Elia Suleiman o il burlesque come arma di resistenza massiccia: “Dal 7 ottobre la censura è caduta sui cineasti palestinesi”

Elia Suleiman o il burlesque come arma di resistenza massiccia: “Dal 7 ottobre la censura è caduta sui cineasti palestinesi”
Elia Suleiman o il burlesque come arma di resistenza massiccia: “Dal 7 ottobre la censura è caduta sui cineasti palestinesi”
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Non abbiamo più bisogno di presentare Elia Suleiman, portabandiera di tre decenni di cinema palestinese, che quest’anno ha presieduto il Festival del Cinema Mediterraneo di Tetouan. Sin dal suo primo lungometraggio, “Cronache di una scomparsa” (1996), il regista si è ritagliato un posto speciale nel panorama cinematografico globale, con film dal tono intimo, che oscillano deliziosamente tra la malinconia e il burlesque, e raccontano, spesso in prima persona, il dramma palestinese, il dolore, l’esilio e una forma di resilienza.

In questo scambio con Le360autore di “Intervento Divino”, Premio della Giuria al Festival di Cannes 2002, confida il suo attaccamento al Marocco e deplora la censura che colpisce i cineasti palestinesi di tutto il mondo dal 7 ottobre 2023.

Le360: Come presidente della giuria del Festival del Cinema Mediterraneo di Tetouan, ha avuto modo di incontrare un pubblico che ama la Palestina e il cinema palestinese. Qual è la tua sensazione?

Elia Suleiman: Uno dei motivi per cui sono venuto qui in Marocco è sia culturale che politico. Mi piace molto questo paese e lo visito spesso. Nella maggior parte dei casi è nell’ambito delle attività culturali a cui sono invitato e più raramente per turismo. Penso che tutti conoscano il legame tra marocchini e palestinesi. E penso che questo sia un fattore essenziale.

Nel tuo ultimo film, “It Must Be Heaven”, e in molti altri, usi la farsa e una certa ironia. Perché usi questo tono nel tuo linguaggio cinematografico?

Il mio ultimo film è molto diverso dai precedenti. Discute il tema della globalizzazione, da una prospettiva palestinese. Questo è soprattutto il motivo per cui è stato girato in diverse località in tutto il mondo.

Qual è il posto del cinema palestinese oggi nel mondo?

Vedremo come si svilupperà tutto questo. Ma quello che è certo è che dal 7 ottobre le cose sono cambiate e la censura è caduta sui registi palestinesi.

Di Achraf El Hassani E Ha detto Kadri

08/05/2024 ore 9:29

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