La solitudine del regista, un pensiero impensato del teatro francese

La solitudine del regista, un pensiero impensato del teatro francese
La solitudine del regista, un pensiero impensato del teatro francese
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SSecondo i dati del gruppo di protezione sociale Audiens, nel 2023 in Francia sono state 10.884 le persone dichiarate direttori di spettacoli dal vivo dai loro datori di lavoro. Il dato, che comprende teatri privati ​​e pubblici, settori della formazione o degli eventi, lascia perplessi. Di questi 10.884 direttori, quante migliaia di persone anonime per una manciata di funzionari eletti ottengono il riconoscimento nazionale?

Per 8.139 di questi amministratori l’importo annuo della remunerazione è stato inferiore a 6.000 euro. Ciò significa che occorre avere la fede di un minatore di carbone per dedicarsi ad una professione che abbraccia realtà diverse e, inoltre, richiede le competenze di un manager d’impresa. Condurre una squadra (di attori, autori, costumisti, lighting o sound designer, tecnici, ecc.), cercare stanze, trovare finanziamenti: le responsabilità sono molteplici e la finalizzazione dei progetti è rischiosa.

Anche in questo caso ci sono molti chiamati e pochi eletti. Molte aziende cercano sussidi e meno soldi nelle casse di un ente pubblico schiacciato dal crescente costo della vita. Il risultato? Un margine artistico ridotto al minimo e spettacoli che muoiono appena nati, per non aver suonato abbastanza a lungo.

Una riflessione collettiva

In questo contesto economico teso, dove la competizione divide più che unisce, capiamo meglio perché l’inizio dell’anno scolastico 2024 è accompagnato da una riflessione collettiva: la Conferenza Nazionale sulla Staging. Da settembre hanno iniziato una tournée che li porterà di teatro in teatro fino a gennaio 2025.

Realizzati dall’Unione Nazionale dei Direttori (SNMS), questi incontri, che riuniscono numerosi registi attorno a dei laboratori, sono iniziati a Lille, in un’atmosfera da fine del mondo poiché sul set giaceva il relitto di un aereo distrutto. L’ambientazione era quella di uno spettacolo il cui titolo, Tragediaè, nella migliore delle ipotesi, una metafora e, nel peggiore, una profezia.

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Aggiungi alle tue selezioni

Invitati al fosforo di Lille, Strasburgo, Parigi, Poitiers, Rennes, Marsiglia, Lione e Tolosa, i direttori fanno insieme il punto su una pratica poco definita. “ Si tratta – per la prima volta nella storia di quest’arte e di questa professione – di convocare una riflessione nazionale, partecipata, aperta sulle questioni contemporanee della messa in scena come campo artistico, su ciò che fonda la professione di regista, su cosa colloca quest’arte nelle questioni sociali contemporanee », rileva la tabella di marcia SNMS. Questa necessità di pensare insieme non nasce dal nulla: il sentimento di solitudine è maggiore tra gli artisti che hanno bisogno di uscire dalle loro corsie di nuoto per condividere le proprie esperienze.

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