Lo stupefacente divario artistico di Alix Quoniam, ex cantante di La Bande à Basile

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“Avevo 21 anni, ero molto timida, era molto dura”, ricorda la cantante Alix Quoniam, ricordando i suoi primi passi come artista di strada, con la chitarra in spalla, a Parigi negli anni ’60 palco in costumi di paillettes e pantaloni a zampa d’elefante… Eppure, qualche anno dopo, la giovane conoscerà un folgorante successo popolare, sulla scia di La Bande à Basile e del suo cult “Bruco che riparte”.

Michel Berger e La Bande à Basile

Nata nel 1944 in Marocco e residente a Meslin (Lamballe-Armor) (22) dal 2000, Alix racconta un’“infanzia straordinariamente gioiosa e fondamentale, alla scoperta di paesi e modi di vita totalmente diversi, con mia madre, inglese, e mio padre, un diplomatico di Rostrenen (22).” Immersa nel melting pot culturale, secondo le assegnazioni paterne, dalla Liberia al Congo, passando per New Orleans, la giovane intraprende studi teatrali, integrandosi all’università americana 100% femminile di Mount Holyoke, nel Massachusetts. “Sono tornato dagli Stati Uniti a Parigi, con la mia chitarra folk, suonavo per strada e suonavo in piccoli club. Nel 1966 conobbi Michel Berger, che mi chiese di cantare le sue canzoni su un disco a 45 giri. Devo ancora procurarmene una copia! È stato nel suo ufficio che ho incontrato Raymond Jeannot, creatore di La Bande à Basile, all’inizio degli anni ’70, e autore del successo La Chenille”, sorride l’artista, che si unisce all’allegra squadra e ne sposa il leader, con il quale avrebbe hanno un figlio, Yahn, nel 1972.

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La Bande à Basile (a destra, Alix Quoniam) ricevuta all’Eliseo dal Presidente della Repubblica Valéry Giscard d’Estaing. (Le Télégramme/Corentin Le Doujet)

Drucker, L’Olympia e Giscard

“Fin dall’inizio La Chenille è stata un grande successo, davvero impressionante. Dopo un’apparizione allo show di Drucker, nel dicembre del 1977, abbiamo fatto subito l’Olympia, tutti i giorni per due settimane, e abbiamo fatto seguito un tour internazionale di tre mesi”, ricorda Alix. Sempre più processionale, La Caterpillar si appende intorno alla vita una processione di mille gambe di ventagli. “Siamo stati addirittura ricevuti all’Eliseo dal presidente Valéry Giscard d’Estaing! » Ma la cantante codino di The Caterpillar non è una falena attratta dalla luce mondana. “Il mondo dello spettacolo è molto duro e non sempre sincero”, si lamenta chi la cui passione non riesce a sbocciare, in questo microcosmo chiaroscurale.

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Nella discografia di La Bande à Basile, la hit La Chenille attraversa i decenni, ancora altrettanto efficace. (Le Télégramme/Corentin Le Doujet)

Fin dall’inizio, The Caterpillar fu un grande successo, davvero impressionante. Dopo un’apparizione allo show di Drucker, nel dicembre 1977, facemmo subito L’Olympia, tutti i giorni per due settimane, seguito da un tour internazionale di tre mesi.

L’incidente e il cambio di voce

“Dopo un concerto, nel 1979, ebbi un gravissimo incidente stradale, con mio figlio piccolissimo. Ce la caviamo, ma sarò senza lavoro per tre mesi e andrò in Inghilterra. In una libreria di Londra mi sono imbattuta in una raccolta di canti e poesie tradizionali, in onore delle donne delle Isole Ebridi, situate in Scozia, nel nord-ovest. I testi mi hanno toccato e la passione non mi ha mai abbandonato. Avevo finalmente trovato la mia voce e la mia strada”, ricorda la ninfa del varietà francese, che iniziò la sua trasformazione all’inizio degli anni ’80, lasciando il bozzolo molto redditizio di La Bande à Basile. Grande gap artistico favorito dall’incontro con Flora McNeal, figura del canto gaelico scozzese, al Festival Interceltico di Lorient. “Non conoscevo la musica e il canto della tradizione orale. Flora mi ha invitato a venire a scoprire tutta questa cultura con le persone che l’hanno perpetuata, sul posto. Ho preso il mio zaino e sono andato lì, in autostop, prendendo la barca per Saint-Malo”. Dietro le quinte radicale, verso il canto dell’intimo e del quotidiano, lontano dai luccichii parigini.

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Alix Quoniam, durante uno dei suoi viaggi alle Isole Ebridi, in Scozia. (Yves Pucher)

“Dalle passeggiate alle passeggiate”

“Ho imparato canti di lavoro per lavorare la lana e confezionare il tweed, cantati all’unisono dalle donne, ma anche canti per ballare, lamenti, canzoni d’amore… In vent’anni, sono stata dodici volte nelle isole di Skye, Barra, South Uist, North Uist e Lewis. Un viaggio che l’avventuriero intraprende nuovamente nel 2024, in stile pellegrinaggio, fino al 21 maggio. “Presenterò il mio libro De ballades en ballades, autopubblicato nel 2023 e accompagnato da un CD, registrato con il percussionista Dominique Molard. Con questo libro illustrato con foto, rendo omaggio a tutte queste persone che mi hanno regalato le loro canzoni, molte delle quali sono morte. È una sorta di contro-dono”, conclude la cantante, che ha scelto di fuggire dalla crisalide dorata di The Caterpillar, per meglio volteggiare sulle proprie ali, svolazzanti con i fiori delle canzoni.

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Alix Quoniam ha autopubblicato il suo lavoro From Walks to Walks nelle isole Ebridi scozzesi, nel 2023. (Le Télégramme/Corentin Le Doujet)

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