quando Robert Capa fu “embedded”

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Liberazione di Parigi, 25 agosto 1944. ROBERT CAPA/CENTRO INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA

“Liberations”, di Robert Capa e Alexis Jenni, postfazione di Clara Bouveresse, Seuil, 192 p., € 39,90.

La grande storia e colui che l’ha catturata al volo, intimamente intrecciate. Questo è il cocktail perfetto che l’album offre Rilasci, a settant’anni dalla morte del grande reporter di origine ungherese. Di Robert Capa (1913-1954) restano impresse nella retina alcune immagini famosissime, in particolare quelle dell’assalto delle truppe americane a Omaha Beach, il 6 giugno 1944, scattate nelle fredde acque della Manica e “leggermente poco chiaro”, poiché la rivista che li ha pubblicati si è scusata. Anche quello della “tondue de Chartres”, questa donna dalla testa rasata, esposta per le vie della città, il 16 agosto 1944, portando in braccio un bambino concepito con un soldato tedesco. Il simbolo soprattutto della purificazione selvaggia.

Questo magnifico volume riproduce queste foto storiche insieme ad altre centocinquanta, talvolta inedite, scattate tra il 1942 e il 1945 da Capa al fianco dei soldati americani inviati a liberare l’Europa e il Nord Africa. Ma l’originalità di questo libro sta nell’accattivante testo di Alexis Jenni che punteggia queste foto. Sotto la penna dello scrittore, il corrispondente speciale diventa un prodigioso eroe del romanzo.

Il personaggio si presta a ciò. Il suo nome, Robert Capa? “Una pura finzione”ricorda Jenni: un’invenzione di André Friedmann, il suo vero cognome, e della sua compagna Gerta Pohorylle, “due profughi mitteleuropei che portavano le proprie foto sui giornali e le facevano girare” per quelle di un presunto eccentrico americano che le vendeva a caro prezzo. Le sue immagini? Messa in scena, a volte, come senza dubbio per il famoso soldato che cade, ferito a morte, questa icona della guerra di Spagna, probabilmente ricostituita da Capa, un giorno in cui non aveva “niente da prendere, niente da mandare alla stampa quando di questo viveva”. Avrebbe poi chiesto a un miliziano repubblicano di gettarsi a terra come se gli avessero sparato. Una forma di ” realtà aumentata “ prima del tempo, scrive Jenni.

Tre anni epici

La storia inizia come un racconto: “Quando pensò di non avere motivo di alzarsi dal letto, giacendo nell’unica stanza del suo studio di New York con il telefono come unico altro mobile, tre lettere furono infilate sotto la sua porta. » Il resto, una lettera dalla rivista Collier L’invio di Capa attraverso l’Atlantico porta a tre anni epici pieni di resoconti, battaglie, polvere, cadaveri, raid aerei, lanci con il paracadute e partite di poker.

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