Fanny Wallendorf, Raymonde Vincent, Henriette Walter e Pierre Avenas

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“Fino al prodigio”, di Fanny Wallendorf, ho letto, 96 pag., € 6,40.

“Campagna”, di Raymonde Vincent, ho letto, 448 pag., 8,70 €.

“La misteriosa storia dei nomi degli uccelli.” Dal minuscolo scricciolo al gigantesco albatro”, di Henriette Walter e Pierre Avenas, ed. Robert Laffont, “Arione”, 376 pag., €10.

“Lì, nel profondo delle foreste/ Il lupo lo porta via e poi lo mangia. » I versi di La Fontaine conservano sempre, al di là del tempo e degli esercizi di recitazione, il loro sapore pesante di terra e di sangue, esplicitando al meglio ciò che “segna” una foresta: un “fondo”, un “lupo” e le tracce sparse di un pasto cruento. È una simile miscela di densa sensualità, dotta ferocia e improvviso e luminoso varco che prevale in Fino al miracolodella scrittrice e traduttrice Fanny Wallendorf. Non due foreste, ma due arti di vivere e sopravvivere nel cuore del mondo forestale: la parte mitica e la violenza della storia.

I due mescolano le loro furie nel destino di Teresa, che l’esodo del 1940 getta sulle strade e poi nel cuore della foresta profonda, dove diventa prigioniera del Cacciatore. Un mitico bracconiere che vive solo di catture per arricchire all’infinito, nella sua soffitta segreta, la sua mandria di animali rari tra cui “la bestia”un gigantesco gatto lince. Una caccia che è anche ricerca, quella di “prodigio”una parola che descrive allo stesso tempo una mitica volpe nera e il suo aspetto. A questo mondo di fiabe oscure, Fanny Wallendorf unisce, nel cuore delle stesse foreste, il combattimento della macchia del Vercors con il loro ospedale da campo riparato in una grotta, il loro incontro inaspettato con il nemico e la visione di villaggi annientati. In viaggio tra mito e storia, su un crinale dove selvaggina favolosa e cacciatori notturni, maquisards e fanti della Wehrmacht si danno la caccia nel fitto dei boschi neri, l’autore rinnova con inebriante frenesia gli splendori del leggendario guardaboschi.

Leggi anche (2023) | Articolo riservato ai nostri abbonati “Until the Prodigy”, di Fanny Wallendorf: la volpe nera del Vercors in tempo di guerra

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Ci sono due campagnequella del contadino e quella del soldato, chi lavora in campagna e chi è in campagna, e questa è tutta l’arte della scrittrice di Berry Raymonde Vincent (1908-1985), moglie del critico e traduttore Albert Béguin, per immergerci – è l’agosto del 1914 – nella quotidianità del primo e per farci sentire la presenza crescente e totalizzante del secondo. Campagna (Premio Femina 1937) è un giallo, la cui trama ha tutto per sprofondare nel pittoresco regionale o nel ruralismo moralizzante e contrasta costantemente questi due fallimenti. Viaggio di Marie, giovane contadina orfana, invitata a stabilirsi a Les Chaumes, grande proprietà dei Berry e futuro luogo di iniziazione, questa storia testimonia con rigore la più dura quotidianità dei contadini, circondandola finemente e illuminandola con un senso acuto del meraviglioso. Qui niente di grandi tratti di naturalismo. Il mondo secondo Raymonde Vincent batte come un lenzuolo al vento, gira come i mulini a vento. Rendiamo omaggio all’enorme lavoro di riscoperta del suo esegeta, Renan Prévot.

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