“Il cinema mi ha dato tutto”, ha dichiarato il regista 75enne ricevendo il Premio Donostia, uno dei massimi riconoscimenti di questo festival organizzato dal 1968 nella città dei Paesi Baschi spagnoli.
“Per me il cinema è una benedizione o una maledizione, non riesco a immaginare nessun altro tipo di vita che scrivere e filmare instancabilmente”, ha aggiunto durante una cerimonia svoltasi alla presenza del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez.
Il Premio Donostia è uno dei rari riconoscimenti che mancavano al regista di “Tutto su mia madre” e “Parle avec elle”, premiato nel corso della sua carriera con due Oscar, cinque Goya, quattro Césars, il Premio Nazionale di Cinematografia di Spagna, tra gli altri.
Il “privilegio” di fare cinema
All’inizio di settembre ha anche ricevuto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia per il suo primo film in inglese, “The Room Next Door”, che presenta a San Sebastian. È un film sul suicidio assistito, con le attrici Julianne Moore e Tilda Swinton.
“Ho avuto una carriera di 23 film, alcuni migliori di altri, e sono tutti miei e mi appartengono”, il che è “un privilegio”, ha dichiarato Almodóvar, dicendosi “commosso fino alle lacrime” durante la conferenza stampa organizzata prima la cerimonia di premiazione.
“Non ho mai pensato alla questione del talento. Pensavo di avere una vocazione (…) e che se non avessi potuto fare film, sarei stata la persona più infelice dell’universo”, ha aggiunto il regista durante la cerimonia.
Un altro premio d’onore è stato assegnato quest’anno all’attrice americano-australiana Cate Blanchett, l’altro volto del manifesto ufficiale di questa edizione, per una carriera “di oltre 30 anni che unisce cinema d’autore e film rivolti al grande pubblico.
