“Beijing Express”: Jean-Claude e Axel incoronati vincitori in India dopo un colpo di scena

“Beijing Express”: Jean-Claude e Axel incoronati vincitori in India dopo un colpo di scena
“Beijing Express”: Jean-Claude e Axel incoronati vincitori in India dopo un colpo di scena
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“Eccoci qui, maledetto nonno!” » Questa vittoria, Axel la sognava. Con “Papy JC”, lo ha fatto. Jean-Claude e suo nipote hanno vinto la 19esima stagione del “Pekin Express”, questo sabato, 19 ottobre, sulla M 6, dopo una corsa frenetica attraverso Nuova Delhi, dopo sei tappe in India. Niente li predestinava ad arrivare in finale, tanto meno a vincere la competizione. Soprattutto in una fase finale che doveva andare tutto a senso unico.

Partendo dal Lodhi Garden, nel cuore di Delhi, il settantenne del Gers e suo nipote di 22 anni possono vincere 50.000 euro, come i loro avversari, i leader del campeggio Clément e Émeline. Il principio: tre gare prima dello sprint finale. In ognuno di essi, i candidati dovranno compiere una missione lungo il loro percorso per ottenere l’indirizzo dove potranno trovare Stéphane Rotenberg. Con, di conseguenza, un furto del montepremi: i primi arrivati ​​recuperano agli avversari 10 euro al secondo di ritardo.

Il risciò, nemico giurato di Jean-Claude e Axel

Dopo il Taj Mahal, il Rajasthan, Jodhpur, il deserto del Thar, eccoci nella megalopoli indiana da quasi 30 milioni di abitanti. Tutto è iniziato bene per Axel e suo nonno 75enne: nella prima gara sono arrivati ​​con 17 secondi di vantaggio sugli avversari. Bim, rubati 170 euro.

Partono poi favoriti per compiere una missione a Chandni Chowk Road, “gli Champs-Élysées di Nuova Delhi”, ci racconta Stéphane Rotenberg. L’obiettivo: trasportare 250 kg di passeggeri in risciò, senza chiederne il peso, ovviamente. Se ottengono il risultato giusto (entro 10 kg), ottengono l’indirizzo. Altrimenti dovranno ricominciare da capo.

E ricominciare è compito di Jean-Claude e Axel. Una, due, tre volte… È laborioso. Una prova “molto fisica” per il nonno, mentre Clément ed Émeline se ne vanno. All’arrivo, il potenziale montepremi del Gersois si scioglie come neve al sole: con un’ora, 5 minuti e 44 secondi di ritardo, 39.440 euro finiscono nei portafogli fittizi dei concorrenti. “Ti fa male il sedere, ti senti come se fossi stato derubato”, ammette lo studente.

“Cosa vuoi fare?” Siamo cattivi, siamo cattivi”

La coppia intergenerazionale può ancora sperare di vincere 10.730 euro. Per evitare di arrivare allo zero, dovranno arrivare a destinazione entro e non oltre 17 minuti e 53 secondi dopo gli avversari durante la terza corsa della serata. Ma una sorta di minigolf di paglia toglie loro gli ultimi potenziali guadagni. Dopo più di 130 tentativi, è ancora un disastro. “Cosa vuoi fare?” Siamo cattivi, siamo cattivi”, si rassegna Jean-Claude. Nel frattempo, Clément ed Émeline si impongono, ancora una volta. Passano i secondi e gli euro scappano.

Al secondo rintocco è il colpo di martello: il settantenne e il nipote sono “spezzati come il grano”. Niente più un euro nel loro gattino. Ma quando uno vacilla, l’altro lo porta avanti. Quando Axel si arrabbia, suo nonno lo calma. Quando “JC” si deprime per la bancarotta, suo nipote lo rianima.

Il montepremi, ormai fissato per lo sprint finale, è manicheo: 100.000 per Clément ed Émeline, 0 per Jean-Claude e Axel. Questi ultimi sanno che, se vinceranno, “sarà per l’onore”. Ma una vittoria al “Pekin Express” vale tutti gli assegni del mondo per il giovane Gersois e il suo antenato.

Uno sprint finale testa a testa

Tutto dipende quindi da un’unica razza. Al calar della notte cercano locali in luoghi specifici di Nuova Delhi per rispondere alle domande sull’avventura. Tre persone da trovare, tre risposte corrette da dare prima di raggiungere il traguardo finale.

Axel ha fatto i compiti e bingo, la prima risposta è una formalità. I loro avversari restano indietro dopo essere stati lasciati nel posto sbagliato sulla strada verso il secondo checkpoint. I Gersois hanno un vantaggio colossale. Ma su un percorso trafficato, faticano a trovare un autista per raggiungere il luogo della terza domanda. Dietro di loro, ritorna. La loro risposta sbagliata li costringe a tre minuti di penalità: escono dal Museo dell’Artigianato qualche secondo prima dei loro concorrenti.

Jean-Claude e Axel tentano quindi di partire con l’autista che ha appena lasciato Clément ed Émeline. Lui accetta. Ma quando il giovane e suo nonno sono appena saliti sul veicolo, i capi del campo insistono con il loro ex autista affinché non prenda a bordo i loro rivali. Alla fine cede. “È pazzesco”, dice Jean-Claude, che resta sul ciglio della strada con suo nipote mentre il bretone e il sudista se ne sono andati.

E all’improvviso, un errore GPS

L’aiuto del destino, però, capovolge tutto quando l’auto che trasporta Clément ed Émeline prende la strada sbagliata. Il loro vantaggio è ridotto a zero, un vantaggio per gli avversari del sud-ovest. L’avventura si è svolta lì fuori, per un errore del GPS.

“Sto per morire”, sussurra “Papy JC” durante lo sprint finale. M6/Patrick Robert

Arrivato ai piedi della Gautam Buddha University, Axel strappa la borsa al figlio maggiore, che sta facendo lo sprint della sua vita, rimanendo senza fiato come raramente fa. Un chilometro e mezzo da percorrere per raggiungere il Graal. Abbiamo paura per il 75enne, paura che questo ultimo sforzo sia eccessivo. Senza fiato, balbetta “Sto per morire”, mentre Axel gli chiede di rallentare. Ma “Nonno JC” non ha fatto tutto questo per niente. Non adesso. Non quando la vittoria li raggiunge.

Eccoli, lo hanno fatto. Jean-Claude crolla a terra, trattenuto da suo nipote. Non importa quanto piange, non importa quanto sta a terra, l’anziano non perde la calma: “Ce lo meritiamo”, ricorda ad Axel, anche lui in lacrime. I due Gersoi entrano nel pantheon dello spettacolo: il pensionato diventa il candidato più anziano a vincere l’avventura, a 75 anni. E, come (non) ciliegina sulla torta, sono loro i primi a vincere lo show… per l’onore.

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