2024, l’anno di Pogacar

2024, l’anno di Pogacar
2024, l’anno di Pogacar
-

Mathieu Warnier, Media365: pubblicato domenica 13 ottobre 2024 alle 18:30.

Dalle Strade Bianche al Giro di Lombardia passando per il Giro e il Tour de France, Tadej Pogacar ha lasciato il segno nella stagione ciclistica 2024 come pochi corridori avevano fatto prima di lui. Uno sguardo indietro a un anno ricco di successi per un corridore unico.

C’erano Tadej Pogacar e gli altri quest’anno. Lo sloveno si è trasformato in una macchina vincente dall’inizio alla fine di una stagione 2024 assolutamente eccezionale. Il leader dell’UAE Team Emirates ha aspettato fino all’inizio di marzo per riconquistare il suo posto nel gruppo. Dalle Strade Bianche il piccolo mondo del ciclismo ha capito che dovrà fare i conti con un Tadej Pogacar completamente diverso. Sugli sterrati bianchi lo sloveno ha dato un primo assaggio di quello che sarebbe stato il suo marchio di fabbrica. Infatti, ha lasciato correre tutti a 81 chilometri dal traguardo per vincere al termine di un raid in solitaria durato poco più di due ore. Un primo successo ottenuto con quasi tre minuti di margine sugli inseguitori. Un successo che era lungi dall’essere l’ultimo. Battuto da Jasper Philipsen e Michael Matthews durante la Milano-Sanremo, uno dei rari Monumenti che ancora gli resiste, Tadej Pogacar ha placato la sua fame di vittoria in un Giro di Catalogna che ha schiacciato. Vincendo quattro delle sette tappe, compresa l’ultima in volata al Montjuic, lo sloveno ha concluso addirittura con le tre maglie distintive principali. “Pogi” si è poi fatto discreto per preparare la sua vendetta con Liegi-Bastogne-Liegi. Un anno dopo un incidente che ha sconvolto il resto della sua stagione, il leader dell’UAE Team Emirates è andato alla vittoria con il suo stile caratteristico. Solo davanti a 34 chilometri dalla fine, non lo si è mai più visto vincere con un buon margine su Romain Bardet e ancor più su Mathieu van der Poel. Da lì la mente dello sloveno si è rivolta alla scommessa più folle della sua stagione, vincere consecutivamente Giro e Tour de France.

Una doppietta Giro-Tour eccezionale

E questo quando, allo stesso tempo, i suoi principali rivali per l’appuntamento di luglio, Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel, non sono usciti indenni dalla massiccia caduta che ha segnato la quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi. Battuto in volata nella prima tappa di Torino, Tadej Pogacar ha conquistato la maglia rosa il giorno successivo in cima al Santuario di Oropa, per non mollarla mai. Lo sloveno aggiungerà altri cinque successi di tappa, in particolare negli arrivi in ​​vetta, di cui uno con un attacco a 34 chilometri dal traguardo durante la 20a e penultima tappa. Disperdendo la concorrenza come un puzzle, “Pogi” ha spinto tutti indietro a quasi dieci minuti senza mai dare realmente l’impressione di aver attinto alle proprie riserve. Dopo un mese di riposo e recupero, è tornato alle competizioni in Italia per iniziare il Tour de France. Troppo presto in giallo per i suoi gusti, lo ha consegnato a Richard Carapaz nella 3a tappa… solo per riprenderlo il giorno successivo. Una prima dimostrazione di forza sulle pendici del Col du Galibier poi nella discesa verso Valloire lo ha riportato al comando della classifica generale. Intrappolato dal suo entusiasmo e battuto in volata da Jonas Vingegaard a Lioran, lo sloveno ha sbattuto definitivamente il pugno sulla tavola nei Pirenei vincendo a Pla d’Adet e poi a Plateau de Beille. Respinto indietro di oltre tre minuti nonostante il suo grande coraggio, il destino di questa Grande Boucle sembrava deciso. Ma Tadej Pogacar ha voluto aggiungere brio e lo ha fatto vincendo le ultime tre tappe, inclusa una cronometro finale come apoteosi. Lo sloveno ha potuto godersi il suo terzo successo al Tour de France e una doppietta che molti pensavano difficile o addirittura impossibile da ottenere.

La maglia iridata conquista con stile

Era quindi giunto il momento di avvicinarsi al traguardo della stagione e di un obiettivo finale, quello di conquistare la maglia iridata a Zurigo dopo aver rinunciato alle Olimpiadi di Parigi 2024. Appuntamento che ha preparato in Canada dopo quasi due mesi di assenza gruppo. Settimo in Quebec, ha completato una corsa in solitaria di 23,3 chilometri per vincere a Montreal. Il che non era niente in confronto al suo recital durante i Mondiali. Dopo aver scosso il gruppo al limite degli ultimi 100 chilometri, ha percorso quasi 52 chilometri da solo con poco più di un minuto di vantaggio sulla concorrenza per ottenere questo titolo che tanto desiderava. Una maglia iridata che Tadej Pogacar aveva promesso di sfoggiare e ha mantenuto la parola data. Dal Tour d’Emilie ha infranto le regole attaccando dalla prima salita del San Luca. Il risultato è stato una fuga solitaria di 37,7 chilometri per il primo successo da campione del mondo. Questo sabato “Pogi” ha finalmente offerto un capolavoro finale che non ha sorpreso nessuno. Partito dalla Colma di Sormano a 48 chilometri dalla fine, si è offerto il quarto Giro di Lombardia consecutivo per tornare al successo per la leggenda Fausto Coppi. Un 25° successo nel 2024 che gli permette di eguagliare il record detenuto da Alessandro Petacchi nel 21° secolo e addirittura di realizzare una prestazione unica nella storia del ciclismo. Lo sloveno è il primo a vincere Giro, Tour de France, Mondiali e due Monumenti in una sola stagione. Prestazioni strepitose, con una percentuale di vincita del 40%, che alimentano i dubbi in uno sport che ha già sofferto troppo in passato di doping e che forse non potrà mai più riprodursi. A meno che Tadej Pogacar non voglia affrontare nuove sfide per scrivere ancora un po’ la sua leggenda, lui che non ha mai affrontato la Parigi-Roubaix e non ha ancora aggiunto la Vuelta alla sua lista di successi.

-

PREV Alaphilippe, Bardet, … terribile prima volta nel 21° secolo per i corridori francesi
NEXT Ciclismo. Trasferimento – Quattro estensioni all’interno del team Liv AlUla Jayco