COMMENTO. Con il dominio di Tadej Pogacar il ciclismo sta morendo?

COMMENTO. Con il dominio di Tadej Pogacar il ciclismo sta morendo?
COMMENTO. Con il dominio di Tadej Pogacar il ciclismo sta morendo?
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Vincitore del Giro di Lombardia nelle ultime tre edizioni, Tadej Pogacar punta questo sabato, 12 ottobre, allo storico (1) sorpasso a quattro, ben modellato nella sua tuta iridata. Quest’anno lo sloveno è fenomenale e sembra intoccabile quando arriva il momento di scegliere i suoi 25e successo in questa stagione, come raccogliere foglie morte. Morta, almeno anestetizzata, sembra anche la sua opposizione.

Non è rassegnazione, ma frustrazione per non riuscire a tenere il passo. È stato così sabato scorso, nella finale del Tour d’Emilie. Tadej Pogacar si è isolato sulla prima salita del San Luca, sotto la pioggia a 37 chilometri dalla meta, senza attaccare francamente, solo mantenendo questo ritmo di pedalata micidiale. La sua prestazione fisiologica sorprende e disgusta i suoi avversari relegati a spartirsi le briciole, ovunque si esibisca. A 26 anni “Pogi” è entrato nella categoria dei corridori d’eccezione con già sei monumenti al suo attivo.

“Pogacar è in linea con Merckx”

Il suo capolavoro da antologico a Zurigo, dove è diventato campione del mondo quindici giorni fa, non aveva niente di stupido, come ha detto poi, ma al contrario tutto istintivo, brio e perfino tattica. A cento miglia dall’arrivo, il tre volte vincitore del Tour de aveva intuito il pericolo. Corridori di valore erano avanzati e la selezione slovena cominciava a perdere forza. Ha poi approfittato della salita principale del circuito per isolarsi e considerare il salto, mentre Van der Poel ed Evenepoel erano mal piazzati. L’azione si è rivelata tanto più rilevante in quanto ha avuto un vantaggio mentre i suoi avversari si sono stancati nell’inseguimento.

Tadej Pogacar si è incoronato campione del mondo domenica a Zurigo. | FOTO: AFP
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Tadej Pogacar si è incoronato campione del mondo domenica a Zurigo. | FOTO: AFP

“Gli sono piaciuto, a Liegi nel 1980, li ha stremati, apprezza Bernard Hinault. Più io Non è necessario confrontare le epoche. Pogacar è in linea con Merckx. Domina davvero. Tatticamente ha fatto progressi. Adesso è lui a dettare il ritmo. » Ha davvero corso il rischio di perdere in Svizzera? Trasuda una tale fiducia nelle sue capacità. La sua scommessa sulla discordia tra belgi e olandesi è stata ben vista. Ovviamente negli ultimi venti chilometri ha mostrato segni di erosione, ma questo titolo mondiale ha rafforzato la sua capacità di superare i propri limiti.

Gare senza suspense

D’ora in poi nulla sarà più come prima nelle gare in cui sarà presente. Soprannominato da Eddy Merckx riconoscendo che Pogacar gli era superiore, il leader degli UAE si diverte, ma rischia anche di dare fastidio, cannibalizzando tanto il suo sport.

Questo talento rivelato al Tour de l’Avenir 2019 non smette di stupire dalla sua vittoria a sorpresa al Tour 2020, con questo tempo straordinario alla Planche des Belles Filles e il colpo finale a Primoz Roglic. Plasmato da leader con un passato sulfureo negli Emirati Arabi Uniti, Pogacar deve sopportare il sospetto, come altri prima di lui o intorno a lui. Questo è stato il peso del ciclismo fin dagli anni dell’EPO. È inutile negarlo, anche se non tutta la verità è bello da ascoltare in un’epoca in cui la memoria non è di moda. Fare domande non lo è “illegittimo”, come riconosciuto da Christian Prudhomme, direttore del Tour de France.

Ciò non impedisce a Tadej Pogacar di andare avanti, vincendo dove vuole, come vuole. Questa superiorità, come quella di Remco Evenepoel contro il tempo o quella di Mathieu Van der Poel sul terreno delle Fiandre, toglie ogni sorpresa al ciclismo di oggi. Che senso ha seguire un evento se si conosce in anticipo il vincitore? Questa non è una novità perché tutte le generazioni sono state segnate dal regno di campioni indiscussi.

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Questa stagione 2024 passerà alla storia perché questo sloveno dal sorriso da adolescente è riuscito a prolungare il suo picco di forma dall’inizio di marzo durante il suo raid di 80 miglia alle Strade Bianche a metà ottobre nel suo giardino in Lombardia. Questa resistenza, questo potere, sono inauditi. Il numero 1 del mondo sta scrivendo la storia di questo sport, ma il futuro dirà se questa “dittatura” sarà un bene o un male per la salute del ciclismo.

(1) L’italiano Fausto Coppi è l’unico corridore ad aver vinto il Giro di Lombardia cinque volte, di cui quattro consecutive (dal 1946 al 1949, 1954).

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