“Attraverso procedure a dir poco discutibili, l’Urssaf cerca con tutti i mezzi di mettere in discussione gli aiuti Covid alle imprese”

“Attraverso procedure a dir poco discutibili, l’Urssaf cerca con tutti i mezzi di mettere in discussione gli aiuti Covid alle imprese”
“Attraverso procedure a dir poco discutibili, l’Urssaf cerca con tutti i mezzi di mettere in discussione gli aiuti Covid alle imprese”
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SSe le costrizioni imposte alla popolazione dalla pandemia globale di Covid sono ancora nella memoria di tutti, non è così che gli aiuti erogati alle imprese possano sopravvivere in questo periodo. Tuttavia, lo Stato ha saputo essere molto generoso, concedendo in gran parte sgravi finanziari, esenzioni dai contributi sociali e aiuti ai pagamenti, il tutto amministrato dall’Urssaf.

Naturalmente c’era da aspettarsi che, in una seconda fase, l’Urssaf volesse garantire che gli aiuti venissero concessi alle imprese effettivamente aventi diritto, ma l’atteggiamento adottato da questa istituzione a partire dal 2023 è stato particolarmente sorprendente. Con procedure a dir poco discutibili e sulla base di ragionamenti spesso azzardati, l’Urssaf ha cercato con tutti i mezzi di rimettere in discussione gli aiuti concessi.

Questo approccio non è passato inosservato, costringendo il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti a emettere un comunicato stampa nell’estate del 2023, proponendo al contempo un argomento giuridico volto ad aiutare le aziende colpite a difendersi. Per riportare la stessa posizione di difesa è intervenuta anche la BPI.

Il tema è tutt’altro che chiuso: centinaia di contenziosi sono già in corso contro l’Urssaf, per non parlare delle migliaia di procedimenti portati avanti dall’Urssaf e che non sono stati ancora oggetto di impugnazione. L’entità del fenomeno è però difficile da quantificare, poiché l’Urssaf tace sull’argomento e finora non esistono statistiche ufficiali. Solo l’innalzamento del terreno osservato dai commercialisti con i loro clienti, nonché dai professionisti legali, ha permesso di lanciare l’allarme tra le aziende interessate.

Gli aiuti durante il Covid

La posta in gioco per l’Urssaf è molto importante, con la possibilità di recuperare milioni di euro. Ma la posta in gioco per le aziende interessate è ancora maggiore, di fronte alla necessità di rimborsare decine o addirittura centinaia di migliaia di euro da un giorno all’altro.

L’angolo di attacco utilizzato dall’Urssaf per mettere in discussione l’ammissibilità agli aiuti Covid è il codice NAF/APE. Questo codice assegnato ad un’azienda rappresenta una classificazione amministrativa della sua attività principale. Tuttavia, per beneficiare di questi aiuti è necessario appartenere a settori di attività molto specifici.

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La strategia scelta dall’Urssaf è chiara: non appena il codice NAF/APE di un’azienda non rientrava in un settore di attività ammissibile agli aiuti, veniva automaticamente richiesto il rimborso integrale degli aiuti ricevuti durante la crisi sanitaria. Ma, se il codice ci permette di avere un’idea dell’attività di un’azienda, è molto comune nella pratica constatare che l’attività reale di detta azienda è molto diversa dalla sua presunta attività.

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