Parigi: sostiene di essere vittima di furto d’identità per non aver restituito 23mila euro di aiuti Covid

Parigi: sostiene di essere vittima di furto d’identità per non aver restituito 23mila euro di aiuti Covid
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Di Editoriale Parigi
pubblicato su

2024 aprile alle 6:48

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Il tribunale amministrativo di Parigi ha sconfessato un dirigente d’azienda parigino che ha invocato ” furto d’identità “ per non dover ripagare il 23.000 euro aiuti eccezionali alle imprese ricevuti nel 2020 durante l’epidemia di Covid-19.

Presentata una denuncia per furto d’identità

Quest’uomo aveva infatti “erroneamente” ricevuto tra marzo e novembre 2020 “aiuti eccezionali” del Fondo di solidarietà per le imprese colpite dalle “conseguenze economiche, finanziarie e sociali” della diffusione dell’epidemia di Covid 19.

L’Erario pubblico aveva quindi rilasciato nei suoi confronti un certificato di riscossione affinché potesse rimborsare gli aiuti indebitamente ricevuti.

Ha poi presentato ricorso al tribunale amministrativo di Parigi per ottenere l’annullamento di tale decisione del 30 novembre 2021: ha sostenuto di “non aver mai beneficiato delle somme reclamate”. Era stato infatti oggetto di “furto d’identità” per il quale aveva sporto denuncia il 13 dicembre 2023.

I documenti del fascicolo contraddicono il direttore aziendale

L’imprenditore, come hanno notato i giudici, aveva “presentato diverse richieste” di aiuti eccezionali, ma ha precisato che le somme in questione erano state versate “su due conti bancari di cui non era a conoscenza”.

Tuttavia, “dagli atti del fascicolo risulta (…) che l’importo totale (…) è stato versato sul conto bancario menzionato nelle sue domande di aiuto, includendo chiaramente il codice fiscale del ricorrente”, rileva il tribunale amministrativo di Parigi nella sentenza il suo giudizio.


La banca aveva confermato che questo conto era stato effettivamente “aperto a seguito della produzione di documenti giustificativi dell’identità del richiedente”, e in particolare della sua “patente di guida”, della sua “carta d’identità nazionale” e della sua “prova di domicilio”.

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Sebbene egli affermi di “non essere il titolare di questo conto bancario”, questi fatti sono tuttavia “contradditi dai documenti del fascicolo”. Inoltre «si limita a indicare di aver presentato denuncia» ma essa è avvenuta «successivamente» e non fornisce «dettagli sul proseguimento del procedimento». Non è quindi “giustificato” nel reclamare l’annullamento di questa decisione e dovrà rimborsare più di 23.000 euro.

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