i 4 punti sollevati dal progetto del governo – Libération

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Gabriel Attal ha chiarito sabato 6 aprile il principio della misura, che consiste nel penalizzare di 5 euro chiunque non si rechi dal proprio medico senza averlo avvertito almeno 24 ore prima. L’importo verrà corrisposto al professionista, che deciderà se applicarlo o meno.

Far pagare i pazienti che deludono i loro medici: la famosa “tassa sui conigli” sta diventando sempre più chiara. L’idea di penalizzare le visite mediche non rispettate era stata vagamente menzionata un anno fa da Emmanuel Macron, poi richiamata da Gabriel Attal a fine gennaio durante il suo discorso di politica generale. Il Primo Ministro ne ha delineato più precisamente le linee il 6 aprile, in un’intervista rilasciata alla stampa quotidiana regionale. “È tempo sprecato per i nostri operatori sanitari e per gli altri pazienti che a volte devono aspettare mesi per ottenere un appuntamento”, successivamente si è giustificato https://twitter.com/GabrielAttal/status/1776674321328431534. Solo su questa misura conta il Primo Ministro “liberare milioni di posti tra i medici di base”. E quindi agevolare l’accesso alle cure, mentre trovare rapidamente un appuntamento è diventato negli anni un piccolo miracolo. Il provvedimento dovrebbe essere votato in parlamento entro gennaio 2025: Pubblicazione fai il punto.

“Non veniamo, paghiamo!”

“Il principio è semplice: se abbiamo una visita medica e non veniamo, paghiamo!” Gabriel Attal lo aveva già affermato davanti ai parlamentari a gennaio. Concretamente, qualsiasi paziente che non si presenta all’appuntamento fissato con il proprio medico (medico di base o specialista), senza averlo avvisato almeno 24 ore prima, dovrà in teoria pagare cinque euro. Senza eccezioni. “Che abbiamo o meno difficoltà finanziarie, abbiamo gli stessi diritti e doveri”, sbottò. L’unica leva è dalla parte del medico: spetterà a lui decidere se applicare o meno questa sanzione. Anche l’importo di tale imposta verrà rimborsato integralmente.

Basti dire che il provvedimento divide gli operatori sanitari. Da un lato lo hanno sostenuto alcune istituzioni come l’Accademia di medicina o sindacati come l’Unione per la medicina libera (UFML-S). Altri sono più cauti. “Accolgo con favore il fatto che il governo stia finalmente affrontando questi impegni non mantenuti, dopo un lungo ritardo.ammette Franck Devulder, presidente della Confederazione dei sindacati dei medici francesi. Ma penso che questa tassa dovrebbe essere l’ultima risorsa, quando tutto il resto ha fallito”. Il gastroenterologo elenca altre idee, come SMS di promemoria a cui rispondere per mantenere il suo posto, una migliore supervisione per consentire ai medici di rifiutare un paziente che non è venuto più volte “senza rischiare di essere perseguiti per rifiuto delle cure”.

Milioni di “conigli” all’anno

Con questa tassa conta l’esecutivo “riprendersi” milioni di slot. I ministri ripetono più volte che ogni anno 27 milioni di appuntamenti non vengono rispettati, su un totale di circa 300 milioni. In realtà non esistono dati precisi. Il governo riprende quelle dell’Accademia di Medicina: “Numerosi sondaggi suggeriscono che, ogni settimana, dal 6 al 10% dei pazienti non si presenta […]. Quasi due terzi di queste defezioni riguardano un primo incontro. ha scritto l’istituzione, insieme all’Ordine dei medici, in un comunicato stampa del gennaio 2023. Queste cifre sono un’estrapolazione di un’indagine effettuata nel 2022 dall’Unione regionale dei professionisti sanitari dell’Ile-de-France su 2.240 liberali dell’Ile-de-France. de-France (che comprende poco più di 800 medici di medicina generale). Il sindacato MG France – il principale medico di medicina generale – dal canto suo ha intervistato i suoi iscritti e ha ottenuto una media di poco più di due “conigli” a settimana – ed estrapola a 6,5 ​​milioni all’anno, su 251 milioni di interventi in totale. «Lavorando con le due principali piattaforme di prenotazione appuntamenti, spesso si tratta di giovani, senza medico di famiglia iscritto, che possono fissare più appuntamenti contemporaneamente, e recarsi ad uno senza annullare gli altri».precisa Franck Devulder.

Impronta della banca lasciata sulle piattaforme

Resta da vedere come verrà incassata questa somma: su questo punto i contorni sono ancora vaghi. Il problema non si pone se la piattaforma di prenotazione degli appuntamenti dispone già delle coordinate bancarie dell’interessato: addebiterà l’importo direttamente sul suo conto. Se non li avesse, o se il posto fosse stato preso direttamente dal gabinetto, il presidente del Consiglio non ha avuto una risposta molto precisa. “Dobbiamo trovare una soluzione tecnicamente”ha risposto, come riportato Il parigino. Franck Devulder non nasconde il suo scetticismo: “È un effetto annuncio, bisogna vedere come verrà attuato. Due terzi dei miei appuntamenti vengono presi tramite la mia segreteria, le mie segretarie non chiederanno ai miei pazienti il ​​numero della tessera. L’UFML-S, favorevole a questa tassa, denuncia un metodo che coinvolgerebbe piattaforme come Doctolib: “La medicina non è un business e i pazienti non devono effettuare pagamenti anticipati alle piattaforme di appuntamento”, Lo sottolinea il sindacato in un comunicato stampa. “Il medico potrà sempre chiedergli nuovamente 5 euro quando vedrà di nuovo [le patient]»ha sostenuto lunedì Catherine Vautrin al microfono di RTL – che non risponderà al problema se si tratta di un paziente non abituale.

Domande sulla sua efficacia

Se il principio divide, lo stesso vale per la sua efficacia. «C’è purtroppo da temere che la ‘tassa sui conigli’ porti i pazienti a non preoccuparsi delle conseguenze che un annullamento prematuro dei loro appuntamenti avrebbe sui medici, ma al contrario a considerare questa tassa come il prezzo di un semplice servizio commerciale»ha avvertito ad esempio l’economista Nicolas Jacquemet sulle colonne di Mondo.

“Se questa misura può causare una scossa elettrica e consentire di ridurre questi posti vacanti, l’effetto sarà sicuramente significativo. Ma non basterà”, crede da parte sua Franck Devulder. Perché il problema di una popolazione medica in calo, distribuita in modo disomogeneo, che deve rispondere a bisogni sanitari crescenti, richiede soprattutto più camici bianchi e grandi riforme.

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