Omaggio a Ginevra –
Philippe Roy ha preso il suo ultimo volo verso l’azzurro
Appassionato di aviazione, è morto l’ex direttore del defunto quotidiano «La Suisse».
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Pubblicato: 21/01/2025, 17:15
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Ex giornalista, appassionato di aviazione, Philippe Roy ha preso il suo ultimo volo per la Costa Azzurra. È morto il 13 gennaio dopo un breve ricovero in ospedale in seguito ad una malattia avvenuta nella casa della sua famiglia a Lucenay-l’Evêque, nel Morvan che tanto amava.
Aveva 76 anni. Il più borgognone dei ginevrini, e il più ginevrino dei borgognoni, lavorò per quasi venticinque anni per il quotidiano La Suisse, poi, dopo la scomparsa del quotidiano di rue des Savoises, fu per quindici anni portavoce dell’aeroporto di Ginevra.
L’amicizia soprattutto
Philippe Roy coltivava tre passioni. Giornalismo, aeronautica e amicizia. Aveva il gusto per le relazioni umane e lo scambio. L’uomo era fedele, gioviale, generoso e anche di buon carattere. Il vuoto sarà grande per tutti coloro che hanno avuto la possibilità ed il piacere di incontrarlo.
Accanto a Léonard Montavon, anche lui giornalista de “La Suisse”, e molti altri, Philippe Roy ha lottato fino alla fine per cercare di salvare il giornale che amava. Lungi dal voltare pagina dopo l’ultima edizione pubblicata il 13 marzo 1994, ha continuato a perpetuare lo spirito di «La Suisse».
Ogni 13 marzo, da trent’anni, gli anziani si riuniscono attorno ad un pasto per ricordare di aver partecipato alla vita quotidiana. Era lui l’ospite di queste riunioni alle quali era estremamente legato. Senza, quelli successivi avranno meno sapore.
Tragedia del volo SR 111
Appassionato di storia, Philippe Roy sarà stato anche testimone diretto, attraverso le sue diverse funzioni, di grandi eventi storici. Non sono mancati anche gli aneddoti raccolti a margine di questi momenti forti, che si tratti dell’arrivo di Charles de Gaulle a Orly dopo il suo “Lunga vita al Quebec libero” in terra canadese (1967), del bacio della mano di Anwar el -Sadat a Golda Meir a Gerusalemme (1977) o l’esplosione dello Space Shuttle Challenger (1986).
Ma l’evento che ha avuto su di lui il maggiore impatto umano è stata la tragedia del volo SR 111 del 2 settembre 1998, di cui ha dovuto gestire come portavoce dell’aeroporto. È stato un altro Philippe, più modesto, a parlare sottovoce del dolore delle famiglie in lutto.
Per parafrasare il grande Brel, “sei piedi sotto terra, Philippe, speri ancora, sei piedi sotto terra, non sei morto”. Non ti dimenticheremo.
Gli amici del quotidiano «La Suisse» presentano le loro sincere condoglianze alla famiglia di Philippe Roy e condividono oggi la loro tristezza per aver perso una personalità a loro molto cara.
Léonard Montavon, Corinne Jaquet, Jean-François Verdonnet, Frédéric Montanya e Eric Budry. Per i suoi amici della “Svizzera”.
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