Situata a circa 170 km a nord-ovest di Bukavu (capitale del Sud Kivu), Lumbishi si trova in una zona mineraria ricca di tormalina, coltan, oro e cassiterite.
“Dopo Lumbishi, loro (i combattenti M23) stanno avanzando verso Numbi e Shanje, sempre negli altopiani di Kalehe”, ha detto all’AFP Thomas Bakenga, amministratore del territorio di Kalehe.
“Dalla mattina (domenica) ci sono stati combattimenti a Kalehe con il nemico”, ha detto all’AFP una fonte della sicurezza in condizione di anonimato, senza ulteriori dettagli.
Nelle ultime settimane, l’M23 ha guadagnato terreno, prendendo in particolare il controllo di Masisi, capitale amministrativa dell’omonimo territorio situato nella provincia del Nord Kivu.
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L’esercito congolese, che si è detto “determinato” a riconquistare i territori perduti, è in corso da giorni una controffensiva e la situazione resta confusa in diverse zone dove i combattimenti si sono intensificati.
Nella volontà di riconquistare le zone occupate dall’M23, l’esercito è sostenuto da “wazalendo”, nome che in swahili significa “patrioti” e designa una nebulosa di milizie locali filo-Kinshasa.
Scontri con detonazioni di armi pesanti sono stati segnalati venerdì nelle località di Kabingo e Ruzirantaka, situate tra le province del Nord e del Sud Kivu.
Dall’inizio di gennaio, i combattimenti hanno provocato lo sfollamento di almeno 237.000 persone, ha detto venerdì l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), dicendosi “allarmato per l’aggravarsi della violenza”.
Sabato il presidente congolese Félix Tshisekedi ha escluso qualsiasi idea di dialogo con l’M23, che ha definito un “gruppo terroristico”.
A dicembre, i presidenti congolesi Félix Tshisekedi e il presidente ruandese Paul Kagame avrebbero dovuto incontrarsi a Luanda per colloqui di pace, ma le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sui termini, portando all’ultimo minuto all’annullamento del vertice.