Il regista parla delle critiche che hanno accompagnato il successo del suo lungometraggio, in particolare per quanto riguarda la rappresentazione del Messico.
Jacques Audiard ha detto di essere “pronto a chiedere scusa” dopo le dure critiche rivolte al suo ritratto del Messico, della sua cultura e della sua gente nel suo film Emilia Perez, che ha trionfato ai Golden Globes ed è uno dei favoriti agli Oscar.
“Se le cose sembrassero offensive in ‘Emilia Pérez’, o se fossero scioccanti, sarei pronto a scusarmi”, ha detto alla versione spagnola della CNN. “Mi dispiace molto.”
Il direttore diUn profeta e di Il mio cuore ha smesso di battere ha tuttavia difeso i pregiudizi del suo film, una commedia musicale girata in spagnolo su un signore della droga messicano che cambia la sua vita completando una transizione di genere. “Dal momento in cui ci troviamo in una forma che sarebbe l’opera, non siamo in un sistema di realismo”, ha affermato, prima di aggiungere:
“Il cinema non dà risposte, pone domande. Forse le domande poste Emilia Perez sono commosso, non lo so. Ma non li trovo poco interessanti. E c’è qualcosa di universale nei temi diEmilia Perez.”
Successo controverso
Presentato a Cannes lo scorso maggio, il film è poi uscito nelle sale francesi e americane. La scorsa settimana ha vinto quattro trofei ai Golden Globes, compreso quello per il miglior film musical o commedia, ha ricevuto 11 nomination ai Bafta britannici ed è stato scelto per rappresentare la Francia agli Oscar. Ma questo successo è accompagnato da critiche, soprattutto nel mondo di lingua spagnola e più in particolare in Messico, dove si svolge la trama.
Come sintetizza il Guardian, il film è stato segnalato per la mancanza di attori messicani (l’attrice Karla Sofía Gascón è spagnola, Zoe Saldaña americana-dominicana e Selena Gomez americana), per gli accenti di alcuni membri del cast, ma anche per il modo in cui ha trattato della scena dei cartelli messicani.
Il critico cinematografico Gaby Meza ha scritto su BBC Mundo che Emilia Pérez “sfrutta una tragedia che attualmente colpisce il Messico, quella del traffico di droga e delle persone che scompaiono a causa della violenza, per creare un prodotto di intrattenimento”. Il regista messicano Rodrigo Prieto, da parte sua, ha ritenuto il film “totalmente inautentico” in un’intervista a Deadline.
Inoltre, l’associazione americana per la difesa della comunità LGBT Glaad ha deplorato che Emilia Pérez offra “un ritratto profondamente retrogrado di una donna transgender”.
Uscita sfortunata
Un’intervista al regista di fine 2024, diventata virale sui social, ha aggravato le polemiche. Interrogato durante un evento su come avesse studiato il Messico per realizzare questo film, Jacques Audiard ha risposto: “Quello che dovevo capire, lo sapevo”.
Nonostante tutto, il cineasta ha ricevuto il sostegno del regista messicano Guillermo del Toro che ha visto il film e per il quale il francese è “uno dei migliori registi viventi”.
Carla Loridan and Benjamin Pierret