Marina Beltrame, la donna che ha fatto dell’Argentina un paese di sommelier

Marina Beltrame, la donna che ha fatto dell’Argentina un paese di sommelier
Marina Beltrame, la donna che ha fatto dell’Argentina un paese di sommelier
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RITRATTO – 25 anni fa Marina Beltrame creò la prima scuola per sommelier del Paese, con il sostegno di un imprenditore francese, che aveva anticipato come pochi altri le potenzialità di questo mercato lontano. Da allora, a Buenos Aires, generazioni di sommelier si sono succedute e hanno mantenuto il ruolo preponderante delle donne.

Siamo alla fine del secolo scorso, nel ristorante di un albergo di Milano microcentro da Buenos Aires. L’Argentina sta vivendo il suo decennio di liberalizzazione economica. Il paese è diventato un Eldorado per gli investitori stranieri. Seduto a uno dei tavoli, un cliente disinvolto attira l’attenzione, con il suo accento, sia francese che spagnolo, e il fumo denso del suo sigaro. Questo cliente, il francese Georges Sabaté, leader dei tappi di sughero, si ritrova nel bel mezzo di una conversazione con il grande sommelier Jean Frambourt. Una delle cameriere del ristorante si muove intorno al tavolo. Sabaté lo chiama dicendo all’incirca queste parole: “Vedo che le nostre conversazioni ti interessano. Vuoi lavorare nel vino? Quindi vai ad allenarti in Francia”..

La cameriera, Marina Beltrame, è sconcertata da quella che si rivela una proposta tanto concreta quanto inaspettata. Accetta e si ritrova, nel settembre 1996, alla Scuola dei Mestieri della Tavola di Parigi (EPMT), dove si diploma tre anni dopo. “Georges mi ha giurato che avrei avuto una borsa di studiorembobine-t-elle. Per me era una condizione, perché non avevo i mezzi per pagare questa formazione. Dopo alcuni mesi di lezioni, volevo ringraziare il direttore dell’istituto, che altri non era che Jean Frambourt. Sono andato nel suo ufficio e quando gli ho parlato del mercato azionario, è scoppiato a ridere. È stato Georges a coprire le mie tasse universitarie.

“L’Argentina è un caso molto atipico”

Questo atto spontaneo di mecenatismo fu anche la scommessa di un imprenditore visionario, che aveva intuito prima di chiunque altro il potenziale delle uve argentine. L’industria avrebbe bisogno di interpreti del sapore, capaci di far incontrare il prodotto con il consumatore. Patrick Sabaté, figlio di Georges, riassume il ruolo di suo padre e dell’azienda di famiglia nello sviluppo di questa nuova industria vinicola mondiale: “L’Argentina è un caso molto atipico. Si tratta di un paese che vantava una certa tradizione vitivinicola, ma la cui industria era, negli anni ’90, in una fase embrionale. Mio padre ha avuto l’ottima idea di creare un gruppo di interesse economico (EIG) che mettesse tutto il know-how francese al servizio del vino argentino. Noi produttori di sughero abbiamo portato i tappi. C’erano bottai, tiniai, frigoriferi, torchi… Furono costruite le prime grandi cantine. Grandi industrie straniere hanno investito e la macchina si è messa in moto!”

Perché tutto questo funzionasse, c’erano bisogno dei sommelier. Al ritorno da Parigi nel 1999, Marina ha inaugurato la prima scuola del paese, la Scuola Argentina dei Sommeliers (EAS), sotto la guida del suo mecenate francese. “Lo sviluppo del settore è stato ottenuto grazie alla simbiosi tra finanza, enologia, produzione e sommelier”continua Patrick Sabaté, che eleva i sommelier al rango di “pontefici”vale a dire “persone che creano letteralmente un ponte tra il consumatore e il vignaiolo”.

Marina Beltrame nel 2000 al fianco di Georges Sabaté durante la prima cerimonia di laurea dell’EAS.
DR

È passato un quarto di secolo da questo incontro che le cambiò la vita e Marina è ancora grata ai Sabaté, senza i quali non avrebbe potuto introdurre questa professione. I membri di questa famiglia di industriali, originaria dei Pirenei Orientali, sono stati i primi menzionati nel discorso di Marina a fine novembre, in occasione del 25° anniversario dell’EAS, nella sontuosa cornice del salone dorato del Teatro Colón, a Buenos Aires. “C’era un tempo in cui pochi camerieri erano specialisti nella presentazione dei vini, nei ristoranti più esclusivi di Buenos Airesspiega Flavia Rizzuto, cofondatrice del Centro Vini e Liquori Argentini (CAVE, in spagnolo). Ma allora, negli anni ’60, nel nostro Paese non si parlava ancora di sommelier. È stata Marina che, al suo ritorno dalla Francia, ha ambientato il soggetto in Argentina”.

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Il successo della sua scuola portò Marina Beltrame ad esportare il modello in diversi paesi dell’America Latina (Panama, Costa Rica, Brasile, Colombia, Perù). Ancora più sorprendente: è stata lei ad aprire la strada a un’intera generazione di sommelier. Donne che, dalla comparsa di questa professione sulle rive del fiume La Plata, sono rimaste la maggioranza. Lo dimostrano i concorsi nazionali, organizzati dall’Associazione Argentina dei Sommelier (AAS). Dal primo concorso, nel 2002, che dedicò Flavia Rizzuto, un solo uomo è riuscito a vincere.

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