Vivendo vite diverse dalla propria, hanno bisogno
scrivere per ritrovare se stessi. Sette personalità evocano questo nuovo spazio di libertà e creazione. Per l’attrice la scrittura è sempre stata presente.
“Ho sempre scritto. Dall’età di 14 anni il mio computer si è riempito di testi, brani di romanzi, canzoni, opere teatrali. Amo la lingua francese, le parole, i loro significati e cosa possiamo fare con loro. Scrivo per necessità, senza mai chiedermi se i miei appunti siano destinati a finire da qualche parte. Ed è quello che è successo con il mio primo libro, un thriller, Pala (Ed. Robert Laffont). Scrivendo piccoli frammenti, mi sono reso conto che la storia reggeva. Quindi ho continuato. La scrittura rappresenta la libertà assoluta, l’accesso immediato alla fantasia, come un bambino che si annoia nella sua stanza e impazzisce.
La vita non sempre mi basta per incanalare i miei pensieri, e ho trovato nelle parole un osso potente con cui masticare, rosicchiare, armeggiare. Questa vita interiore mi permette di avere ogni giorno un po’ più di fiducia in me stessa, in chi sono. Con un ruolo da attore dimostri sempre di essere divertente, commovente, bello o tutte e tre le cose allo stesso tempo. Scrivere è anche un momento speciale in cui mi escludo da tutto, soprattutto dal telefono. La mia capacità di concentrazione dipende da una chiamata (telefonica)! Quindi mi piace andare ad isolarmi in campagna o in montagna, lontano dalle distrazioni della vita quotidiana. Una parentesi incantata, cullata al ritmo dei capitoli, ma un po’ escludente lo stesso…
Il mio più grande piacere è incontrare persone alle fiere del libro, come quella di Brive che ho appena fatto. Nel corso di questa edizione i miei lettori mi hanno chiesto spesso se stessi pensando o meno a una trasposizione cinematografica dei miei primi due libri. Ci penso, è ovvio. Ma sto facendo un passo alla volta, con questa idea di guadagnarmi i gradi di autore con umiltà. Non mi precipito mai a capofitto. Preferisco finire il mio terzo romanzo.
Nell’acqua biancaÉditions Robert Laffont, 2024, è il secondo thriller di Alice Pol.