La saga del Patek Philippe scomparso di John Lennon è stata risolta in tribunale

La saga del Patek Philippe scomparso di John Lennon è stata risolta in tribunale
La saga del Patek Philippe scomparso di John Lennon è stata risolta in tribunale
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L’odissea di questo cronografo è iniziata nel 2005. Rubato da Koral Karsan, l’autista privato della vedova (che affermava di averlo ricevuto in dono), il prezioso oggetto è finito in Turchia dove è stato utilizzato come garanzia di un mutuo per la casa. Prima di finire direttamente nelle mani della piattaforma d’aste berlinese Auctionata. Tutto questo all’insaputa dell’artista.

Yoko Ono, nel 2014.

Randy Brooke/WireImage/Getty Images

Un collezionista vince l’asta e se ne va con il suo tesoro sotto il braccio. Si è recato presso la sede di Christie’s a Ginevra per farne valutare il valore, ed è stato allora che è rimasto sbalordito. Inizia così il dramma legale sulla legittima proprietà dell’orologio, tra il titolare e Yoko Ono. Per il momento la giustizia è sempre stata a favore di Yoko Ono. “È importante recuperarlo, per tutto ciò che simboleggia”, ha spiegato Sean Lennon, figlio della coppia, intervistato da Jay Fielden di New YorkR, aggiungendo “Non ho gusto per gli orologi e non indosso nulla che appartenesse a mio padre. Non suono nemmeno le sue chitarre. Per me questo orologio è l’immagine del pericolo che c’è nella fiducia”.

Copertina di Pietre rotolanti, Gennaio 1981.

Evan Agostini

Un oggetto che documenta il poco di vita che restava da vivere a John Lennon, che ricorda quest’ultima foto di coppia scattata da Annie Leibovitz poche ore prima dell’assassinio del cantante.

Pubblicato originariamente da Vanity Fair Italia

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