COLLOQUIO – In Una parte mancante, di Guillaume Senez, l’attrice recita al fianco di Romain Duris. Interpreta una donna appena separata che cerca in tutti i modi di vedere suo figlio a Tokyo.
Di fronte a Romain Duris Una parte mancante, di Guillaume Senez, Judith Chemla interpreta Jessica, una donna recentemente separata che cerca in tutti i modi di vedere suo figlio a Tokyo. Il film esplora storie di vita reale in Giappone, dove in caso di separazione, le leggi conferiscono l’autorità esclusiva a un genitore. Dopo questo ruolo forte, l’attrice interpreterà Giovanna d’Arco in uno spettacolo musicale al Bouffes du Nord, a Parigi.
Madame Figaro. – Il mio personaggio ?
Judith Chemla. – Jessica sperimenta la cosa peggiore che una madre possa sopportare: lo strappo di un bambino. È un personaggio pittoresco, molto libero, un po’ rock’n’roll, che punta i piedi. Non trasmette l’immagine della madre perfetta, ed è piuttosto liberatorio interpretare personaggi che passano molto rapidamente da un’emozione all’altra.
Cosa mi è piaciuto della produzione di Guillaume Senez ?
Ha un modo di lavorare davvero unico perché dà agli attori una sceneggiatura senza dialoghi. Racconta i punti principali, quello che sta succedendo, la sequenza dei pensieri, degli avvenimenti… ma sta a noi immaginare quello che diremo, per usare le nostre parole. È vertiginoso, ma adoro questo esercizio perché componiamo qualcosa pur essendo terribilmente noi stessi.
La mia prossima sfida ?
Gioca a Giovanna d’Arco Il processo di Giovannadiretto da Yves Beaunesne. Questo spettacolo musicale è tratto dal processo al prigioniero politico così come veniva trascritto dai cancellieri dell’epoca. È piuttosto sorprendente scoprire ciò che ha detto: era una donna totalmente rivoluzionaria, libera ed emancipata, che portava un’altra visione del mondo. Era una fiamma di libertà, insolenza e persino divertimento.
Ho ancora il fuoco sacro? ?
Sì, provo ancora una gioia immensa in ogni progetto e ho la possibilità di fare ciò che amo. Credo ancora che tutto sia possibile.
Parlare di me in promozione, è un lavoro ingrato ?
No, se le domande sono interessanti può essere fantastico.
La domanda a cui non rispondo ?
Odio quando mi viene chiesto di definirmi. Siamo esseri viventi, in perpetuo movimento, e mi sono sempre rifiutato di assegnarmi un posto o di scolpire una personalità.
Linguetta di legno o troppo allentata ?
Avrei potuto essere un po’ ironico, ma sono arrivato dall’altra parte con il mio libro Il nostro silenzio ci ha lasciato soli (in cui Judith Chemla descrive di aver sofferto violenza domestica N.d.R). Ho oltrepassato il limite evocando cose intime che sono, in realtà, temi sociali di cui bisogna assolutamente parlare. La parola è così potente che dobbiamo avere il coraggio di prenderla e sapere che può avere un impatto sul mondo.
Lun Umore del momento ?
Affronto le sfide con la massima sicurezza possibile, anche se non è facile.
Credo ancora che tutto sia possibile
Judith Chemla
Un malinteso su di me ?
NO. La gente potrebbe provare a screditarmi, ma non mi preoccupo di tutto questo.
Quello che mi piace che la gente dica di me ?
Penso che non mi importi neanche un po’…
L’ultima volta ero fiero di me stesso ?
Le vittorie più grandi si ottengono nella nostra vita quotidiana. Sono orgoglioso di me stesso quando mantengo la calma, quando trovo soluzioni, ma anche quando accetto di cambiare la mia visione delle cose…
Le mie notizie ?
Mi sono voltato Purché sia morbido (titolo provvisorio), un film di Michel Leclerc con Léa Drucker, Benjamin Lavernhe, Vincent Elbaz, Melha Bedia… Questa commedia interroga il posto degli uomini nella nostra società contemporanea. Interpreto una femminista radicale, leggermente caricaturale, raramente mi sono divertita così tanto sul set.
Cosa farò dopo questa intervista ?
Vado a prendere la mia adorata nipotina di 7 anni a scuola.
Una parte mancante, di Guillaume Senez, con Judith Chemla, Romain Duris… Attualmente nelle sale.
Il processo di Giovanna, basato sul verbale del processo per la condanna di Giovanna d’Arco (1431), messo in scena da Yves Beaunesne, dal 29 gennaio al 15 febbraio, al Théâtre des Bouffes du Nord, a Parigi.