Kendji Girac: “se posso dirlo…”, uno specialista fa una rivelazione sconvolgente sull’arma che lo ha quasi ucciso

Kendji Girac: “se posso dirlo…”, uno specialista fa una rivelazione sconvolgente sull’arma che lo ha quasi ucciso
Kendji Girac: “se posso dirlo…”, uno specialista fa una rivelazione sconvolgente sull’arma che lo ha quasi ucciso
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Avrebbe potuto morire lì. Il 22 aprile 2024, Kendji Girac è rimasto gravemente ferito a Biscarrosse (Lande). Quella notte, il cantante 28enne si è sparato al petto mentre si trovava nella sua roulotte in sosta dei Viaggiatori. Trasportato d’urgenza al centro ospedaliero di Bordeaux, ha potuto essere curato in tempo.

A più di sei mesi dalla tragedia, l’ex vincitore di The Voice sta molto meglio. Mentre ha appena svelare il suo nuovo albumgli è stato dedicato un rapporto. Anzi, la rivista investigativa Segreti attuali ha fatto il suo ritorno su W9 mercoledì 13 novembre. Ospitato ora da Dominique Tenza, si è interessato a Kendji Girac per il suo primo numero.

Kendji Girac avrebbe potuto avere “grossi problemi con la legge”

In seguito al ricovero di Kendji Girac, è stata aperta un’indagine. Molto rapidamente, la sua arma è stata ritrovata in un cespuglio. “È una Colt 911 A1. Si tratta di un’arma potente, un calibro 45, cioè un 11 mm“, ha riferito l’esperto di armi e munizioni Jean-Pierre Bastié.

Per tenere questo arma di categoria Bl’interprete di Colore zingaro avrebbe dovuto possedere un’autorizzazione. Kendji Girac, però, lo possedeva illegalmente. “Siamo in una situazione di violazione della legge, se così posso dire, se fosse caduta sul nonno del posto, sarebbe in prigione e avrebbe grossi problemi con la giustizia, anche nei mesi a venire . Venire“, ha spiegato l’esperto. Una situazione che quindi avrebbe potuto essere ancora più drammatica.

Il cantante non è stato perseguito per possesso di armi

All’inizio delle indagini,
Kendji Girac
ha cercato di nascondere la sua arma perché sapeva che stava sconfinando. L’artista, però, ha finito per dire la verità agli inquirenti e ha ammesso di esserlo il tiratore. L’indagine è stata quindi chiusa senza ulteriori azioni.

Come ha rivelato Jean-Pierre Bastié, avrebbe potuto essere perseguito penalmente due reati : consumo di sostanze stupefacenti e detenzione di armi. Il pubblico ministero, però, gli ha chiesto di “pagare due contributi cittadini”, visto che non aveva precedenti penali e misurando “la gravità dei suoi reati che hanno contribuito alle lesioni autoinflitte”. Una decisione che probabilmente ha giocato un ruolo nella sua buona guarigione.

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