Il resto dopo l'annuncio
Bambou, di cui uscirà il 7 novembre (Edizioni XO) la sua autobiografia Passo dopo passo nella notteabbiamo preso appuntamento con i nostri colleghi di parigino al Beaux-Arts, un albergo di charme situato nei pressi di rue Verneuil, molto vicino alla casa di Serge Gainsbourg (la sua casa è oggi un museo), di cui lei fu l'ultima compagna. Un'intervista pubblicata martedì 5 novembre dal quotidiano, in cui Caroline Paulus, il suo vero nome, che non è apparsa sui media “per secoli”si sofferma la sua infanzia difficile nel Lot-et-Garonne, ma anche sulla sua relazione con il famoso e defunto cantante.
Questo ex cantante e modello ha rivelato in particolare alcuni dettagli sull'eredità dell'artista: “Non ho né diritti morali né diritto di ispezione. Sono i quattro figli di Serge a condividerlo. Avevo i diritti morali di Lulu (loro figlio, ndr) quando era piccolo e lui logicamente se li è ripreso quando è diventato maggiorenne. è normale non eravamo sposati e Serge non aveva fatto testamento. È morto due settimane prima dell'incontro con i suoi avvocati. Non ho avuto nulla dopo la sua morte Ma non ho chiesto nulla”.
Bambou evoca suo figlio Lulu
Ricordava anche quanto il suo ex compagno “adorasse i bambini”, e in particolare i suoi: “Charlotte, Kate che aveva adottatoLulu… Ha detto che non si nasce papà, ma che lo si diventa. Aveva raggiunto un'età in cui era più consapevole di cosa volesse dire essere padre. Con Lulu si godeva ogni momento. Nei media parlava sempre di Lulu e io gli dicevo: “Non dimenticare di parlare di Charlotte”, perché può essere molto doloroso.”
Parlando del loro figlio Lulu, che in realtà si chiama Lucien (e che non avrebbe mai pensato di avere), è diventato un musicista: “Gli feci esercitarsi per anni al pianoforte, lui andò a studiare a Berkeley negli Stati Uniti. Il pianoforte era la cosa più facile da imparare, a differenza della scuola era un inferno. Voleva divertirsi lì, non lavorare. Mentre la musica, il ritmo, i dettami della teoria musicale, era un gioco. Per molto tempo ha creduto che io sapessi leggere una partitura, perché frequentavo tutte le sue lezioni e sapevo dove sbagliava.“