Per il suo secondo lungometraggio dopo Vendetta (2018), che valorizzava il cinema di genere con un approccio femminista, Coralie Fargeat prosegue sulla stessa linea con il suo nuovo film, che ha vinto il premio per la sceneggiatura a Cannes.
Qual è stata la tua formazione?
Volevo fare il regista dall'età di 16 o 17 anni e presentare il concorso Fémis [Ecole nationale supérieure des métiers de l’image et du son]ma dovevi avere bac + 3. Così ho fatto il concorso Sciences Po Paris. Durante il mio ultimo anno, ho assistito alle riprese di un film. Ho parlato con il primo assistente e gli ho detto che volevo fare uno stage. Qualche mese dopo, mi chiamò. Cercava uno stagista per un film americano che sarebbe stato girato in Francia, Parigi e nel Luberon. Ho colto al volo l'occasione. Ho continuato.
Sono passato al ruolo di secondo assistente e ho iniziato a scrivere sceneggiature per me stesso, inventando anche racconti per programmi TV. Il mio primo cortometraggio, Il Telegrammaè stato molto notato al festival. Il mio problema era che volevo soprattutto fare film di genere, e in Francia non trovi persone per quello. Il mio primo lungometraggio, Vendettadoveva essere semplice ed economico. Era una trama molto lineare. Volevo scene che mi permettessero di perseguire le mie idee e le mie ossessioni.
Come spieghi il tuo gusto per il cinema di genere?
Erano i mondi non realistici ad attrarmi, probabilmente perché mi sentivo molto inadeguato e timido nella vita reale. L'immaginazione e il viaggio mi hanno fatto sentire vivo. Creare cose finte con cose vere mi ha entusiasmato.
Come è nata l’idea di “The Substance”?
È un'idea che mi accompagna fin da quando ero bambino. Come dovresti apparire quando sei una ragazza? Per me non è mai stato facile. Ero piuttosto inadeguata rispetto a un modello femminile dominante. Mi sono anche detta: “Quando avrò superato i 50 anni la mia vita finirà, nessuno mi guarderà più”. »Mi ha reso depresso e mi sono detto che dovevo fare qualcosa al riguardo. Il successo di Vendetta mi ha aperto le porte e ho trovato la libertà di esprimermi su questo argomento. Sono anche diventata più consapevole che esisteva la possibilità di dare al mondo uno sguardo deliberatamente femminile o addirittura femminista. Una donna, quando esce per strada, non può dimenticare il suo corpo, a differenza di un uomo.
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