Bilancio 2025: per i sindacati Travail “la coppa è piena”: News

Bilancio 2025: per i sindacati Travail “la coppa è piena”: News
Bilancio 2025: per i sindacati France Travail “la coppa è piena”: News
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Tutti i sindacati di Travail hanno denunciato martedì il progetto di bilancio 2025 che prevede la soppressione di 500 posti di lavoro presso l'operatore pubblico, ritenendo che “la tazza sia piena”, e la maggior parte delle organizzazioni annunciano uno sciopero per il 5 dicembre.

Nel corso di una rara conferenza stampa congiunta, i dieci sindacati di France Travail (ex Pôle emploi) – CFDT, CFE-CGC, CFTC, CGT, FO, FSU, SNAP, Sud, STC, Unsa – hanno espresso la loro “preoccupazione” per la forza lavoro ma anche il potere d'acquisto di circa 54.000 agenti o il maggior ricorso all'outsourcing, mentre la legge finanziaria è attualmente all'esame del Parlamento.

“Non siamo già abbastanza (…), con una situazione economica che sta cambiando”, ha affermato un rappresentante dell'ex Unione Sovietica, mentre la maggior parte degli economisti si aspetta un aumento della disoccupazione.

Se il governo ha proposto un finanziamento “stabilizzato” per France Travail per 1,35 miliardi di euro, i sindacati sottolineano che ciò non tiene conto dell'inflazione, che in realtà implica “una riduzione meccanica”, secondo loro.

Altri motivi di preoccupazione evidenziati dai sindacati: la legge sulla “piena occupazione”, che prevede in particolare che i beneficiari delle RSA siano tutti automaticamente iscritti a France Travail – cosa che aumenterà l'onere per i consulenti -, e la prossima riforma dell'assicurazione contro la disoccupazione.

Sul fronte salariale, sia gli agenti di diritto pubblico che quelli di diritto privato sono in difficoltà, ha sottolineato un FO eletto, citando per questi ultimi un aumento del 5,5% dal 2018 a fronte di un'inflazione del +16,3%.

Diversi rappresentanti ritengono che “la coppa sia piena”.

I sindacati hanno lanciato una petizione e otto di loro hanno lanciato un appello allo sciopero per il 5 dicembre, il CFDT e il CFE-CGC, ritenendo sostanzialmente che questo appello arrivi “un po' troppo presto”.

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