Dimitri Rassam e il suo ex-suocero Gérard Depardieu: il figlio di Carole Bouquet pronuncia una frase ricca di significato

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Il resto dopo l’annuncio

Il suo cognome è uno dei più famosi del cinema francese… ma anche il suo nome comincia ad essere molto riconosciuto! Ultimo di una grande stirpe di produttori di successo, Dimitri Rassam è cresciuto nel mondo del cinema: figlio di Carole Bouquet e Jean-Pierre Rassam, nipote di Paul Rassam, Anne-Marie Rassam e Claude Berri, cugino di Thomas Langmann, conosce il settore come il palmo della sua mano.

Il che le consente di ottenere negli ultimi anni una serie di successi: tra Nome di battesimo, Papà o mammae ora gli adattamenti di Tre moschettieri, il quarantenne accetta e si pone numerose sfide. Ma anche per poter osservare il mondo del cinema con un occhio particolare. E in particolare da analizzare, mentre il Festival di Cannes è appena iniziato, il ritorno del movimento #MeToo da diversi mesi.

Tanto più che un uomo a lui molto vicino è stato oggetto di gravi accuse: ex compagno di Carole Bouquet, Gérard Depardieu è stato l’ex “suocero” del giovane, soprattutto nella tarda adolescenza, ed è ora accusato da diverse attrici di violenza sessuale e stupro. Comportamenti ricordati dai nostri colleghi di Punto che ha commentato con sobrietà nel ritratto a lui dedicato questa settimana: “Conoscevo la versione migliore di lui nella sfera privata“, ha semplicemente detto. Insinuando che la versione attuale sarebbe meno buona? Non ne sapremo più!

“Il dovere di dare l’esempio”

D’altronde il giovane spiega che giudica lui”essenziale accogliere le parole delle vittime“e avere”il dovere di dare l’esempio” in tal caso. Una posizione forte per il padre di due figli (Darya, 13 anni e Balthazar, 5 anni, nati dai suoi due matrimoni successivi), e sulla quale non scende a compromessi: “Da tempo esiste una colpevole tolleranza nei confronti del cinema nei confronti di alcune pratiche inaccettabili, come i casting nelle camere d’albergo. La chiave è essere trasparenti per limitare i rischi“.

Senza voler aggiungere altro, mentre nelle ultime settimane fioriscono le accuse contro i registi (Benoit Jacquot, Jacques Doillon, ecc…), il produttore sembra intransigente sui comportamenti abusivi. La chiave del suo successo? In ogni caso, la sua prossima grande sfida, l’adattamento di Conte di Montecristocon Pierre Niney, si preannuncia uno dei film più attesi del Festival.

E se salirà le scale come un assiduo, lui che le conosce fin da bambino, grazie a sua madre e suo zio, questo non lo rassicura sul successo del suo prossimo film. Del resto per lui non c’è dubbio che tutto sia vinto grazie al suo nome famoso: “Capisco che i ‘figli di’, nel cinema, possano dare fastidio. Tuttavia non credo di essere diventato produttore per atavismo. Piuttosto per azione capillare. Avere visto la mia famiglia farlo forse mi dà sollievo e facilità nel proiettarmi“, confida. E questa facilità lo aiuterà senza dubbio a raggiungere un nuovo successo…

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