Gérard Manset è ospite degli Affari Culturali

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Nel 1968, nel pieno dei disordini politici, Gérard Manset pubblicò il 45 giri Animale, siamo cattivi, pubblicato da Pathé-Marconi. Ma non ha mai cercato la metropolitana. Formatosi in Arti Decorative, vincitore del concorso generale di disegno nel 1964, ha iniziato a dedicarsi alla musica accanto alla scrittura e al disegno. La sua statura di artista completo sta prendendo forma con il suo formidabile album di rock sinfonico, La morte di Orione (1970). Gérard Manset si assicura poi il controllo sull’intero circuito produttivo della sua musica creando lo Studio Milan, dal quale prende le distanze nel 1980. Nel frattempo produce diversi album (C’è una strada, Niente da dire, 2870) e amplia il suo pubblico grazie alla canzone Viaggia da solo (1975), il suo più grande successo. Raro nei media, mai esibito in concerto, Gérard Manset dà forma al suo mistero attraverso album intrisi di sogno, meraviglia e oscurità. I lunghi viaggi compiuti, in Asia e in America Latina, hanno nutrito album, disegni, libri e fotografie. La sua aura nella canzone francese è tale che diversi artisti (Jean-Louis Murat, Cheb Mami, Francis Cabrel…) si riuniscono per rendergli omaggio nel disco Manset Road (1996). Meno solitario di quanto sembri, il cantautore mette la sua penna al servizio degli altri: Raphaël, Julien Clerc, Juliette Gréco, Alain Bashung per citarne alcuni. Nel libro racconterà anche della sua amicizia con Bashung Volto di un dio Inca (2011). Se l’integrale Mansetlandia (19 CD), uscito nel 2016, offre una panoramica storica della sua carriera, gli ultimi album da lui prodotti confermano che non ha perso nulla del suo talento.

Solo due anni dopo Il granchio con le chele da uomoGérard Manset torna con un nuovo album, Alghe blu. Questa è una grande opportunità per tornare con lui per un’intervista a lungo termine sulla sua carriera e sui suoi metodi di lavoro.

Canzone Boom! Ascolta più tardi

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Una vita, un lavoro Ascolta più tardi

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Maggiori informazioni sulle sue novità:

  • L’album Alghe blu è stato rilasciato il 26 aprile per l’etichetta Parlophone

Il suono del giorno: Albert Lavignac – “Galop marche à quatre mains” (arr. Lemoine per Quatre Mains), interpretato da Alexandre Tharaud, Frank Braley

Alexandre Tharaud è un pianista raro. Magnifico interprete di Rameau, Ravel e Scarlatti, con il suo strumento apre le porte ad una sensualità rara. Per il suo nuovo album, Quattro mani, pubblicato sull’etichetta Erato, ha scelto di invitare una ventina di amici a riesumare le ricchezze del pianoforte a quattro mani. Ciascuno degli ospiti esegue con Tharaud un breve brano che gli corrisponde. Il repertorio del disco, che spazia da Haydn a Glass, passando per Bizet e Poulenc, ha qualcosa in grado di soddisfare tutti. Ma è soprattutto la forma ad affascinare: i due pianisti suonano sullo stesso strumento, uno dei quali si occupa degli acuti (la parte Prima), l’altro basso (la part Seconda). La sfida è quindi quella di completarsi a vicenda senza ostacolarsi a vicenda. Dobbiamo imparare a trasformare la costrizione degli altri in felice cooperazione. Brano scelto con “Galop-Marche” a otto mani di Albert Lavignac, arrangiato a quattro mani da Léon Lemoine ed eseguito da Alexandre Tharaud e Frank Braley.

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