Revisione delle macchie | Simon Delisle dice grazie alla sua vita di merda

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Con allegatoSimon Delisle presenta un secondo spettacolo che lascerà il segno.

La ricetta della felicità secondo Simon Delisle? Devi saper accettare che la vita sia il martedì. Con la sua vitiligine che, secondo le sue stesse parole, lo fa somigliare a un dipinto di Jackson Pollock, così come per la rara malattia con cui condivide la vita quotidiana (poliendocrinopatia), il quasi quarantenne ha tutte le ragioni per rifiutare ripetere una frase già pronta come “Grazie vita”.

Una frase che lo fa impazzire, perché la vita è troppo piena di inconvenienti, dolori e delusioni perché possiamo ringraziarla con così poche sfumature.

Presentato martedì sera nella Quinta Sala della Place des Arts davanti a una folla composta da diversi suoi colleghi chiaramente felici di essere lì per lui, allegato è l’esempio perfetto di un secondo spettacolo in cui un comico sfrutta i punti di forza del suo primo tour, esplorando nuovi toni, che a volte sorprendono, ma senza mai imprecare.

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FOTO SARAH MONGEAU-BIRKETT, LA STAMPA

Simon Delisle inizia la serata con alcuni aneddoti tanto improbabili quanto umilianti, ispirati ai suoi peggiori spettacoli della sua carriera.

Conosciuto inizialmente per la sua attività di autore, Simon Delisle può contare sul senso della formula che crea un’immagine, che rimane la sua qualità principale. Sa anche benissimo che prima di affrontare argomenti più difficili è meglio rilassare il suo pubblico.

È in quest’ottica che inizia la serata con alcuni aneddoti tanto improbabili quanto umilianti, ispirati ai peggiori spettacoli della sua carriera, un modo efficace per ricordarci che un comico, nonostante il potere che gli dà il microfono, non è mai al di sopra di uno schiaffo in faccia alla vita.

Poi, evocando il suo disgusto per le attività invernali, scivola silenziosamente verso il vero tema del suo spettacolo, quello delle rinunce che i suoi innumerevoli infortuni lo hanno costretto a fare, e per le quali, un giorno dovette ammetterlo, era diventato uno di quegli uomini “tutto il tempo tabarnac ».

In uno dei passaggi più deliranti di allegatoSimon Delisle racconta come ascoltare l’audiolibro Il mestolone delle nuvoleun’opera per giovani in cui l’autore Simon Boulerice descrive la vitiligine con una toccante dose di sogno, facendola uscire dai suoi cardini. Era giunto il momento per lui di vedere uno psicologo.

“Avevo voglia di fare del male fisicamente a Simon Boulerice”, ha detto, mentre nella stanza, seduto di fronte a noi, il vero Simon Boulerice cercava di riprendere fiato, rideva tantissimo.

Il re della resilienza

A Simon Delisle è stato spesso detto che è un modello di resilienza, un complimento che ha finito per infastidirlo, perché chi è diventato uno specialista nell’arte di rialzarsi deve essere caduto spesso. Niente che ti faccia gonfiare il petto d’orgoglio.

Il comico dovrà diventare anche un maestro dell’autoironia, capacità che molti interpretano come un invito a fare battute a discapito delle differenze altrui. Un’opportunità per Delisle di decostruire alcuni preconcetti su queste disgrazie che non ci uccidono e che, come ha rappato Kanye West, parafrasando Nietzsche, ci rendono più forti.

Lascialo grattare il allenatori della vita e degli influencer, fare una deviazione al ristorante Dixie Lee a Baie-Comeau o discutere dell’anatomia degli scarafaggi, Simon Delisle non abbandona mai il suo filo conduttore. Ognuna di queste parentesi più leggere agisce un po’ come tanti richiami d’aria, di esplosiva potenza comica, al centro di una storia personale, che altrimenti potrebbe diventare troppo oscura.

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FOTO SARAH MONGEAU-BIRKETT, LA STAMPA

Simon Delilse, con la sua maglietta di Anthony Bourdain

Data la sua salute, Simon Delisle ha subito diverse perdite: quella di soddisfare determinati standard di bellezza, quella di mangiare caramelle, quella di fumare pentola. Quello, soprattutto, di una certa spensieratezza, di una tranquillità, di poter passare inosservati.

Non è quindi diverso dal leader che martedì sera era sulla sua maglietta, Anthony Bourdain, il cui cinismo non è mai stato altro che il sintomo di una delusione nei confronti del genere umano e, fino a un certo punto, di fronte a questa esistenza che finisce sempre per riprenderci tutto ciò che ci ha insegnato ad amare.

Anche se allegato somiglia al negativo di un inno alla vita, è paradossalmente difficile riceverlo altrimenti. Ciascuno degli scoppi di risata provocati da Simon Delisle viene mostrato come la prova che senza una prova la risata perderebbe una delle sue principali ragioni d’essere e che senza la risata la vita non varrebbe sicuramente la pena di essere vissuta. Questo spettacolo ha tutto ciò che serve per fare colpo.

Visita il sito dell’artista

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In tournée in tutto il Quebec

8/10

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