Immediatamente, la conversazione si sposta su Alain Delon. “Era prigioniero nella sua stessa casa. Nessuno poteva entrare in questa proprietà o anche solo parlargli al telefono, non rispondeva. La famiglia decideva tutto. Quest’ultimo anno è stato miserabile”, confida Brigitte Bardot. Gli attori non si sono visti ma “ci siamo telefonati regolarmente. […] Non ho mai vissuto. Non sono mai riuscito ad andare in un bistrot o a fare la spesa. Mai, nemmeno una volta, da quando ho iniziato a lavorare nel cinema. Lo stesso vale per lui.
I suoi animali
Nell’intervista, Brigitte Bardot accenna brevemente al suo amore per gli animali, spiegando che, nonostante ora cammini solo con le stampelle, ogni pomeriggio va alla sua fattoria. “Vado a vedere i miei grandi. I miei animali. Quelli della fattoria”. E quando il giornalista le chiede cosa le fa venire voglia di alzarsi, risponde: “Ogni nuovo giorno è un dono. Non mi stanco mai di vedere tutti i musetti dei miei gatti, di vedere i miei piccioni entrare nel mio soggiorno per farmi visita”.
Brigitte Bardot torna ovviamente al suo impegno per la causa animale. E cosa pensa di Paul Watson, l’attivista ambientalista detenuto in Groenlandia? “È un avventuriero per la condizione animale. È ovunque. Non riesco più a muovermi troppo (fa una piccola risata triste). Ma abbiamo lo stesso punto di vista. Non deve essere estradato in Giappone. Morirà lì. È un regime molto duro che non fa regali. E la prigione, Paul ha 73 anni… »
In una parte finale, l’attrice parla del suo sostegno al Raggruppamento Nazionale, dello scioglimento dell’Assemblea Nazionale, della sconfitta del partito alle elezioni legislative e di Jordan Bardella. Secondo lei, “è così difficile raddrizzare la Francia. Forse non è poi così male che non sia diventato Primo Ministro in un periodo così ingestibile. Non era il momento giusto per essere al potere”.