Famosa negli anni Ottanta in Francia per la trasformazione della stazione d'Orsay in un museo parigino e, in Italia, di Palazzo Grassi a Venezia in una galleria espositiva, questa grande signora dell'architettura e del design italiano è morta dodici anni fa, relativamente sconosciuta. Eccolo riabilitato da una mostra alla Triennale di Milano, in Italia, che, con il titolo “Gae Aulenti (1927-2012)”, visitabile fino al 12 gennaio 2025, vuole essere la prima grande monografia riservata a questo architetto pionieristico.
Nata a Palazzolo dello Stella, nel nord-est dell'Italia, e laureata al Politecnico di Milano nel 1954, Gae Aulenti trionfò lì, in questi stessi luoghi, ricevendo nel 1964 un grande premio di architettura un tempo riservato agli uomini. Sempre alla Triennale di Milano si conclude la sua carriera, con la medaglia d'oro al suo lavoro nel 2012.
La mostra milanese – curata dalla nipote Nina Artioli, direttrice dell'Archivio Gae Aulenti – presenta ricostruzioni a grandezza naturale della sua disposizione degli spazi pubblici. Si comincia con la ricostruzione dell'installazione che gli permise di brillare in Triennale nei suoi esordi: Arrivo al mare (1964), uno stormo entusiasta di bagnanti disegnati da Picasso riflessi negli specchi. E si conclude con una porzione del piccolo aeroporto San Francesco in Perù (2007-2011), in un rosso quasi vermiglio che le piaceva particolarmente.
“La Gae”, come veniva chiamata in Italia, era stata anche redattrice della rivista di design Casabella dal 1955 al 1965 e vincitrice nel 1991 del premio Praemium Imperiale, il “Nobel delle arti” in Giappone – assegnato a Sophie Calle nel 2024. Ritorna, in occasione di questa retrospettiva, su un'altra parte del suo talento proteiforme: il design, attraverso una selezione di oggetti d'avanguardia, alcuni dei quali recentemente rieditati da griffe come Jacquemus o Gucci.
La lampe Pipistrello
Deve il suo nome alle ali di un pipistrello (pipistrelloin italiano) che ispirò il suo paralume, ma questo non era di buon auspicio per la sua fenomenale carriera. Gae Aulenti la progettò nel 1965 per gli uffici Olivetti, per illuminare al meglio i dattilografi: con una luce intensa ma morbida e un piede telescopico capace di andare da 66 a 86 centimetri.
Da allora, l’italiana Martinelli Luce lo ha pubblicato ininterrottamente, variando i formati – piccolo e medio – e i colori: rosso nel 2010, oro nel 2015 e, quest’anno, un giallo sfumato di nero. Questa lampada immediatamente riconoscibile continua ad essere, a quasi sessant'anni dalla sua creazione, un'icona. E sedersi all'ingresso del museo d'Orsay.
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