le foto pazzesche di Christophe Caubel – Libération

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Expo

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Per la sua prima mostra in galleria, il fotografo e dirigente pubblicitario, con poca attenzione alla tecnica o all’estetica, presenta la sua visione assurda e caustica del mondo.

È un’odissea in una triste impasse, un’esplorazione del ridicolo. Per la prima mostra dell’artista pubblicitario Christophe Caubel, mettete da parte la fotografia come “scrittura di luce” o altre sciocchezze dell’“ottava arte”. Amanti dei paesaggi meravigliosi, dei ritratti raffinati e della tecnica virtuosa, seguite la vostra strada. A Montreuil si parla più di fine partita e di malinconia. Sulle pareti della galleria Lumière des roses, seguiamo frammenti di realtà sconnessa, e passiamo dal gallo all’asino, o meglio da un Cristo arrugginito in croce, caduto a terra – attenzione a non calpestarlo – a una costata di manzo nel cielo tempestoso. Lo sguardo scivola da un ragazzo con antiestetici segni di abbronzatura a un pezzo di banana abbandonato sull’angolo del tavolo… Va tutto al diavolo…

È la morte di tutto

D’altronde, agli occhi di Christophe Caubel, la festa è finita. Uno Stetson rosso scintillante è abbandonato nella fogna e una palla da discoteca è conservata nella scatola Kiloutou. È la morte di tutto, delle utopie, del cristianesimo (l’abbiamo già detto), dell’urbanistica (un palazzone si affaccia su un cimitero), della pace (un camion militare è ricoperto di ghirlande natalizie) e perfino delle mosche (attenzione l’insetto intrappolato in uno sciroppo troppo dolce). I fiori su un palo elettrico ci ricordano che ci sono anche vittime di incidenti stradali. È ridicolo finire lì, in mezzo al nulla! Sul fondo di un bicchiere appare un teschio.

Al crocevia tra l’assurdo e l’umorismo domenicale

Decisamente. Christophe Caubel è Beckett incrociato con Richard Gotain

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