Un architetto pluripremiato per il suo progetto che immagina una vita a Bouin, con i piedi nell’acqua

Un architetto pluripremiato per il suo progetto che immagina una vita a Bouin, con i piedi nell’acqua
Un architetto pluripremiato per il suo progetto che immagina una vita a Bouin, con i piedi nell’acqua
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Intervista a Paul Blotin, studente di architettura presso la Scuola Nazionale di Architettura (Ensa) di Clermont-Ferrand. È uno dei cinque vincitori del palmares Palpite (1), per il suo lavoro sui piccoli centri.

Perché ad esempio hai scelto Bouin e non Noirmoutier?

Scoprendo le paludi bretoni della Vandea, sono rimasto molto colpito da questo paesaggio orizzontale molto calmo e dall’antropizzazione del territorio, cioè dal modo in cui l’uomo lo ha trasformato per potervi vivere e coltivare grazie al fossati, fossati e polder. Ho scelto Bouin per la sua storia. Inoltre, concentrare lo studio sull’intera palude sarebbe stato un argomento troppo ambizioso da coprire in un solo semestre.

Come immagini il futuro di Bouin?

Dal rapporto dell’Ipcc che annuncia l’innalzamento del livello del mare che potrebbe raggiungere i 2 metri entro il 2100, i 15 metri nel 2300 secondo gli scenari peggiori. Tuttavia, le scale temporali sono piuttosto variabili, poiché dipendono dall’evoluzione delle nostre emissioni nei decenni a venire.

Nel breve termine bisogna considerare un graduale aumento della frequenza delle piene e della loro intensità, nel medio termine una parziale sommersione e…

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