Sandra Hegedüs sbatte la porta degli Amici del Palais de Tokyo, l’istituzione reagisce

Sandra Hegedüs sbatte la porta degli Amici del Palais de Tokyo, l’istituzione reagisce
Sandra Hegedüs sbatte la porta degli Amici del Palais de Tokyo, l’istituzione reagisce
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In un post pubblicato il 4 maggio su Instagram e ampiamente diffuso, Sandra Hegedüs ha annunciato le sue dimissioni dall’associazione Amici del Palais de Tokyo e dal suo consiglio di amministrazione (il consiglio di amministrazione del centro d’arte è dal canto suo presieduto da Laurent Dumas, il cui mandato termina a settembre). La collezionista e mecenate era legata all’istituzione anche attraverso il premio SAM Art Projects da lei fondato: ogni anno il vincitore veniva esposto lì. Una partnership che terminerà nel 2024, a seguito di una decisione del centro d’arte, presa diversi mesi fa. Il motivo addotto da Sandra Hegedüs per la sua partenza è diverso: dice che non vuole esserlo “associato al nuovo orientamento molto politico del Palazzo”un programma che “ora sembra dettata dalla difesa delle “cause” (wokismo, anticapitalismo, filo-palestinese, ecc.)”. Definendosi sul suo account Instagram come “orgoglioso sionista”il brasiliano denuncia il fatto che il Palais de Tokyo “si attiene a un’ideologia”. Puntamento “l’ultima mostra sulla Palestina” (che sembra riferirsi a “Past Disquiet”, che documenta quattro musei in esilio da Cile, Nicaragua, Sud Africa e Palestina), Sandra Hegedüs cita senza citarli “punti di vista distorti e fuorvianti sulla storia di questo conflitto (israelo-palestinese, nota dell’editore), dando voce, senza contraddizione, a dichiarazioni razziste, violente e antisemite”. In un comunicato stampa, il Palais de Tokyo afferma di non essere stato informato di questa decisione, mentre Philippe Dian, presidente dell’associazione Friends, indipendente dall’istituzione, assicura al suo presidente Guillaume Désanges “sostegno al progetto realizzato dal Palais de Tokyo” e lo ricorda “La missione dell’associazione degli amici è sostenere il Palais, non giudicare la sua programmazione. Spetta a ciascuno decidere individualmente se aderire e rimanere o meno in questi organismi”.. Lo sottolinea l’Istituzione “presenta una programmazione diversificata che rispetta la pluralità dei punti di vista”, citando le recenti monografie di Miriam Cahn e Laura Lamiel, o ancora “La Morsure des Termites”, sui legami tra arte contemporanea e graffiti. Per quanto riguarda “L’inquietudine passata”, precisa che la mediazione rafforzata l’accompagna. Contattato, Guillaume Désanges, presidente del Palais de Tokio, lo afferma “I membri degli Amici sono liberi di esprimersi, anche (se) si pentono della denigrazione. Abbiamo molti dialoghi e momenti insieme”. Conclude: “L’arte è un territorio a volte conflittuale che riflette le fratture della società, le grandi polarizzazioni. Sono convinto della necessità di non accantonare oggi questi temi. E parliamo anche di tante altre cose”.

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