“Sono un pessimo pittore, sono bravo perché gli altri sono peggiori di me”

“Sono un pessimo pittore, sono bravo perché gli altri sono peggiori di me”
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Salvador Dalì: pittore classico o barocco? Un pittore rivoluzionario o un pittore accademico, un pompiere? In questa terza parte di una serie di dieci “Notti magnetiche” trasmesse nel 1978 su France Culture, Salvador Dalì evoca la sua ammirazione per il classicismo, un rapporto con la pittura accademica evidenziato dal critico d’arte Robert Lebel. Il pittore Jacques Hérold ricorda il giovane surrealista Dalì e il suo rapporto con il denaro. Il pittore Ljuba paragona Pablo Picasso a Salvador Dalì: da un lato un dipinto portava a un vicolo cieco, dall’altro un’apertura, una speranza.

Barocco o classico, accademico o rivoluzionario?

“Sono un pessimo pittore, sono bravo perché gli altri sono peggiori di me, tutto qui”. A Salvador Dalì si riconosce una certa destrezza appresa alla Scuola di Belle Arti di Madrid. Inizia a dipingere mentre legge il suo libro 50 segreti magici scritto su richiesta di un editore. Ammirando il classicismo per il suo culto dell’immaginazione, Salvador Dalì afferma tuttavia di essere più vicino al pittore barocco, “ Diego Velazquez è il genio più grande di tuttiSulla questione della tradizione è vincolato, ma benefico, essenziale: ciò che non rientra nella tradizione è il plagio. Quanto all’arte rivoluzionaria: “Chi rivoluziona tutto è schiavo dei ricordi e non può creare cose nuove.”

Secondo Robert Lebel, critico d’arte che ha partecipato al movimento surrealista : “Dalì è sempre stato un pompiere, lo è sempre rimasto e lo è ancora. Non ha mai abbandonato i pompieri, anche quando erano surrealisti nei suoi momenti più ispirati. Su uno sfondo accademistico, ha aggiunto svolazzi che offuscano l’immagine e le danno un’atmosfera spettrale e delirante. aspetto.”

“Picasso seppellì il dipinto, Dalì gli diede una possibilità”

Ljuba, pittore jugoslavo residente in Francia, mette in risalto la precisione del lavoro di Salvador Dalì, una qualità rara, quasi invisibile. Confronta anche i contributi dell’artista con quelli di Pablo Picasso nella storia della pittura. “Pablo Picasso ha messo la pittura in un vicolo cieco, Salvador Dalì ha dato speranza, ha toccato la nostra immaginazione, ha messo gli esseri umani nella condizione di dire che tutto era possibile”. Un futuro della pittura che si troverà, secondo lui, tra Salvador Dalì e Francis Bacon.

“Avida Dollars”, un anagramma schiacciante?

Jacques Hérold, pittore di origine rumena legato al movimento surrealista, parla di “Avida Dollars”, anagramma del nome di Salvador Dalì creato da André Breton. Per Salvador Dalì che amava l’oro, la ricchezza, la mondanità, questo non poteva offenderlo, anzi l’artista se ne assumeva la piena responsabilità.

  • Prodotto da: Daniel Le Comte
  • Regia: Jacqueline Archambault
  • Con Salvador Dalì (pittore, scultore, incisore, sceneggiatore, scrittore), Ljuba (pittore), Robert Lebel (critico d’arte) e Jacques Hérold (pittore legato al movimento surrealista)
  • Notti magnetiche – Dalì, chiavi di un teatro-museo 3/10: Persistenza della memoria (1a trasmissione: 08/11/1978 France Culture)
  • Edizione web: Amélie Potier, Documentazione di Radio France
  • Archivio Ina-Radio Francia

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