svelati i segreti del prestito del Fondo Balthus

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Svelati i segreti del prestito del Fondo Balthus

Abbiamo potuto sfogliare il documento che regola la cessione del Fondo Balthus da parte della vedova e della figlia dell’artista al MCBA di Losanna. Resoconto di una consulenza supervisionata.

Pubblicato oggi alle 7:28

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Invocando la legge sulla trasparenza (LInfo), abbiamo chiesto di conoscere i termini del contratto di prestito che lega il Musée cantonal des beaux-arts de Lausanne (MCBA) ai finanziatori del Fondo Balthus, Setsuko e Harumi Klossowska de Rola.

Il direttore dell’MCBA, Juri Steiner, non ha voluto accogliere la nostra richiesta, in quanto la divulgazione di un simile documento potrebbe scoraggiare persone o istituzioni private che desiderano prestare opere. “Gli istituti di credito ritengono che la trasmissione di questi documenti costituirebbe un attacco alla loro sfera privata (in particolare per quanto riguarda qualsiasi questione relativa alla valutazione dei loro beni, cosa che un’analisi dei documenti consentirebbe), ha aggiunto nella sua risposta. Potrebbero, tuttavia, accettare di mostrarteli […]»

Valori redatti

Setsuko e Harumi Klossowska della Rola hanno acconsentito a farci visionare il contratto, a determinate condizioni. Si prega di notare: che solo la sottoscritta giornalista visiona il documento nella libreria MCBA, che non fa copie o acquisizioni e che una persona presente vigila sul rispetto di questa istruzione. Infine, tutti i valori assicurativi dei dipinti, schizzi e disegni del Fondo Balthus sono stati preventivamente redatti.

Dalla consultazione del contratto emerge che il Fondo Balthus è attivo. Pezzi si aggiungono, altri escono e finiscono sul mercato dell’arte dopo aver sfruttato le condizioni di conservazione e valorizzazione dei musei.

Il contratto prevede inoltre che il museo “si impegni a conservare, sviluppare e analizzare, nonché a far conoscere e a consentire l’accesso ai ricercatori, di tutte le opere, gli archivi e i documenti […]”. Lo Stato si impegna inoltre a “mettere a disposizione i finanziamenti necessari per portare a termine gli impegni previsti dal presente contratto”, “a dedicare una mostra temporanea al Fondo Balthus durante i primi anni di attività sul sito della Plateforme 10” e ad assicurare “la lavora e archivia a proprie spese”.

Il contratto prevede che in cambio la contessa Klossowska de Rola “si impegna a invitare i primi due figli di Balthus a depositare anche le opere dell’artista di cui sono proprietari presso il MCBA” e farà altrettanto con “tutti gli altri proprietari che dovesse avere”. Incontrare.

Nel 2019 sono stati aggiunti nuovi pezzi, comprese le polaroid. L’anno successivo, nel 2020, al Fondo Balthus si sono aggiunti ancora nuovi elementi disparati. L’elenco è lungo: riviste, articoli di stampa, lettere di ammiratori, documenti bancari, cartelle cliniche, contratti, corrispondenza (in particolare con Jacques Chirac), album fotografici.

Rimozione Polaroid

Nel 2020, i finanziatori e il mutuatario firmano una modifica al contratto del 2016. All’articolo 7 di tale documento si aggiunge che i depositanti “possono in qualsiasi momento (fatte salve le pubbliche esposizioni) ritirare uno o più pezzi ai fini della vendita o della donazione, previa comunicazione con due giorni lavorativi di anticipo. Nel contratto iniziale questo chiarimento non esisteva. Questa clausola facilita notevolmente la vendita dei pezzi del Fondo Balthus.

In una lettera che accompagna il contratto del 2021, Setsuko Klossowska de Rola afferma di aver fatto rimuovere un’opera di Balthus. “Abbiamo affidato questo dipinto alla Galleria Gagosian per un anno”, scrive la vedova. Il dipinto in questione si chiama “Studio per l’ultimo dipinto II”. È stato prodotto tra il 2000 e il 2001, a partire dalle polaroid di Anna e delle sue controfigure. Faceva parte dei dipinti incompiuti presentati nel 2018 nel cantiere dell’MCBA durante la mostra “Balthus Unfinished”.

Infine, da un’ultima modifica del contratto risulta che i finanziatori hanno prelevato, nel 2022, una ventina di pezzi, 20 Polaroid di Anna degli anni ’90. Non è specificato per quali scopi queste immagini siano state ritirate dal Fondo Balthus.

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Caterina Cochard è giornalista della sezione vodese e si interessa di questioni sociali. Produce anche podcast. In precedenza ha lavorato per Le Temps e come direttrice indipendente per l’Università di Zurigo.Maggiori informazioni @catherincochard

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