La mostra fotografica di Rima Hassan al Festival Jaou di Tunisi solleva preoccupazioni

La mostra fotografica di Rima Hassan al Festival Jaou di Tunisi solleva preoccupazioni
La mostra fotografica di Rima Hassan al Festival Jaou di Tunisi solleva preoccupazioni
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“Frammento di un rifugio” (2024), di Rima Hassan. RIMA HASSAN

Volti completamente mimetizzati dalle kefiah, questi tessuti a quadri bianchi e neri simbolo del nazionalismo palestinese. Poi, proprio accanto a loro, quegli stessi volti, questa volta scoperti, che rivelano un nome, una storia. Un accostamento e un’intenzione, quella di “far rivivere la reclusione del campo, far sentire la disconnessione, la distanza dal mondo”spiega Rima Hassan, 32 anni, che esporrà i ritratti di sei rifugiati palestinesi dal 9 ottobre al 9 novembre a Tunisi, in occasione del festival Jaou, la biennale d’arte contemporanea finanziata dalla fondazione dell’imprenditore tunisino-svizzero Kamel Lazaar.

Una prima volta per l’attivista franco-palestinese ed eurodeputato di La insoumise (LFI), che si occupa dell’aspetto artistico di Sopravvissuto alla Nakbail suo progetto a lungo termine intendeva farlo “rendere visibili i profughi palestinesi”questi discendenti della Nakba, l’esodo del 1948 che costrinse i palestinesi a lasciare la loro terra per stabilirsi in campi in Siria, Libano o Giordania, al momento della nascita di Israele. Dopo aver contemplato i ritratti, il visitatore si immergerà nell’atmosfera di questi campi grazie a capsule video girate sul posto. Infine, un mosaico di foto scattate dagli stessi abitanti mostrerà un volto più crudo e disestetizzato della vita quotidiana di questi apolidi con uno status unico al mondo.

Leggi la storia (2024): Articolo riservato ai nostri abbonati La Nakba, la grande lacerazione della Palestina

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A Tunisi, l’eurodeputato, che si è fatto conoscere in Francia diventando il portavoce della campagna europea della LFI, incentrata sulla guerra di Gaza, arriva su un terreno conquistato. La causa palestinese riscuote consenso in tutta la classe politica, al punto che il Parlamento tunisino ha quasi votato, nel novembre 2023, una legge che criminalizza qualsiasi rapporto con Israele. Il capo dello Stato, Kaïs Saïed, ha sempre rivendicato il suo antisionismo, al quale si sono uniti gran parte dei giovani, che hanno chiesto il boicottaggio di marchi o prodotti legati allo Stato ebraico.

In Francia la giovane aveva assunto una serie di posizioni controverse, ad esempio descrivendo Israele come “mostruosità senza nome”fine maggio. “Al di fuori del pensiero egemonico occidentale, nessuno considera il 7 ottobre un atto di terrorismo”scriveva in agosto sul social network X, suscitando indignazione anche tra le fila del Nuovo Fronte Popolare.

Progetto politico

Rima Hassan rivendica un progetto che è soprattutto artistico. È anche eminentemente politico. Voleva, dice, sperimentare con a “un altro modo di abbracciare l’attività attivista” per far conoscere questa causa che sostiene da tempo. “Questi 5,8 milioni di rifugiati fanno parte del popolo palestinese. Nessuno però parla della loro storia, della loro vita quotidiana nei campi, delle loro speranze. Ci sono cinque generazioni in attesa di una soluzione politica”.lei giustifica. Lei stessa è cresciuta nel campo di Nayrab in Siria prima di emigrare in Francia con sua madre all’età di 10 anni.

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