Delphine Minoui, a nome delle donne iraniane – Il mio blog
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Delphine Minoui, a nome delle donne iraniane – Il mio blog

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IoUna ragazza è in piedi di fronte alla folla, con un accendino in mano, pronta a bruciare il suo velo. Il suo primo nome nel registro? Zahra, il nome di un'icona dell'Islam. Ma, per sua madre, Zahra è Badjens. “Nel persiano di tutti i giorni: malizioso o sfacciato”, scrive la giornalista franco-iraniana Delphine Minoui, vincitrice del premio Albert Londres per i suoi articoli sull'Iran e l'Iraq e autrice di diverse opere dedicate alle lotte per le libertà in Medio Oriente.

Un romanzo ambientato sullo sfondo della rivolta

Si cala nei panni di Badjens, che aveva solo 16 anni all'epoca della rivolta delle donne iraniane seguita all'assassinio di Mahsa Amini per via di un velo inadatto.

– Credito: © © Bénédicte Roscot

Delphine Minoui. © © Bénédicte Roscot

Riavvolge questa manciata di anni di vita, il padre e il nonno disperati per l’ecografia che rivela il suo sesso al punto da pensare all’aborto clandestino, il fratello minore che arriva come un principe e le toglie tutto – regali, attenzioni, tenerezze –, il padre ingiusto, la scuola come una camicia di forza dove si impara la sottomissione. La violenza insopportabile degli uomini. Gli amici che si mettono il rossetto di nascosto, quelli che Badjens si fa sul Web, in tutto il mondo, e che le fanno conoscere il profumo della libertà. La madre, “complice silenzioso della mia emancipazione.” Sogni, rabbia, amore. Tutto ciò che forma, taglio dopo taglio, la ferita di una ragazza e quella di una moltitudine. Tutto ciò che forma, grido dopo grido, pietra dopo pietra. […] Per saperne di più

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