Le dediche che disegnano ai festival impiegano ore. Buone notizie: gli organizzatori di eventi perpetuano il loro compenso, che è sotto processo da tre anni. Abbastanza per perpetuare anche la loro vita di artista?
Di Laurence Le Saux
Pubblicato il 20 gennaio 2025 alle 15:20
C‘viene approvato, gli autori di fumetti continueranno a essere pagati per le dediche che producono durante i festival. La misura era in sperimentazione dal 2022. Basandosi sul principio che le (lunghe) ore trascorse dietro un tavolo, attingendo agli album dei lettori, non dovrebbero essere volontarie, la Sofia (Società francese degli interessi degli autori di scritti), il Centro Nazionale del Libro, il gruppo BD dell’Unione Nazionale dell’Editoria e il Ministero della Cultura hanno concordato un pacchetto fissato a 255 euro lordi al giorno (per il 2025), indica Libri settimanalila rivista per i professionisti dell’editoria.
Il dispositivo, valido “un anno con tacito rinnovo”, precisa al periodico Geoffroy Pelletier, direttore di Sofia, riguarda una ventina di festival volontari, tra cui quelli di Angoulême, Bastia o Aix-en-Provence. “Il numero degli autori interessati non ha fatto altro che aumentare nel corso degli anni. Più di duemila sono stati invitati ad almeno uno dei festival del fumetto nel 2022 o nel 2023. La dedica è diventata, secondo lui, a “creazione di opera pagata in diritti d’autore”.
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Questa sostenibilità è una buona notizia ma non maschera la precarietà degli autori, in un settore in sovrapproduzione. Nel 2020, il rapporto Racine raccomandava un elenco di misure per porre rimedio alla loro preoccupante situazione economica, ma che non furono attuate. Solo un anno fa gli artisti-autori (categoria che riunisce scrittori, autori di fumetti, sceneggiatori, fotografi, grafici, illustratori) si sono mobilitati per spingere l’Unione Europea a regolamentare in modo più preciso le loro condizioni di lavoro. La loro richiesta non ha avuto successo e lo status degli artisti rimane tanto nebuloso quanto fragile.
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