A 80 anni dalla liberazione dei campi di sterminio, Pierre-François Veil, presidente della Fondazione per la Memoria della Shoah, interviene a RTL in Concentrati domenica, sull’aumento dell’antisemitismo in Francia.
Mentre Emmanuel Macron parteciperà il 27 gennaio alle commemorazioni dell’80° anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, il figlio di Simone Veil, che ha già compiuto il viaggio più volte, parla di un’esperienza “toccante”. “Non torniamo da questo viaggio come siamo partiti”, spiega, spiegando che quest’anno l’evento avrà un sapore speciale.
“Sarà una cerimonia in un’Europa che vive di nuovo la guerra, cosa che pensavamo fosse diventata impossibile”, si rammarica. “Si scopre che il presidente della Russia non sarà presente, anche se sono state le truppe sovietiche a liberare i campi nell’est e in particolare il campo di Birkenau”, sottolinea anche Pierre-François Veil, auspicando che l’Europa trovi “la via della pace”.
Il suono e la furia non possono essere guide per una società
Pierre-François Veil
Riguardo all’aumento dell’antisemitismo in Francia, il presidente della Fondazione per la Memoria della Shoah si dice “sconvolto dalle persone che lo alimentano”. Nel 2024, infatti, si è registrato un aumento degli atti antisemiti, con 1.500 atti registrati sul territorio francese. Egli denuncia la presenza “nella nostra società di persone il cui piacere o ambizione è andare in giro con una tanica di benzina in una mano e un fiammifero acceso nell’altra”. Alla domanda se ci pensa un politico in particolare, Jean-Luc Mélenchon, Pierre-François Veil acconsente dicendo “ovviamente”. Crede che “il rumore e la furia non possono essere guide per una società”.
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