Per il 2024, gli esperti prevedono una crescita del PIL dell’1,0%, rispetto al precedente 1,2%. Nel 2025, si stima una crescita all’1,5%, dopo l’1,6% nelle proiezioni precedenti, si legge in un comunicato stampa del KOF lunedì.
Le prospettive per l’economia svizzera nei prossimi mesi sono meno ambiziose di quelle avanzate a settembre. La crescita del prodotto interno lordo (PIL) per quest’anno e per il prossimo è stata rivista al ribasso dagli economisti intervistati dall’Institute for Economic Research (KOF). Si prevede che l’inflazione sarà più bassa nel 2025.
Per il 2024, gli esperti prevedono una crescita del PIL dell’1,0%, rispetto al precedente 1,2%. Nel 2025, si stima una crescita all’1,5%, dopo l’1,6% nelle proiezioni precedenti, si legge in un comunicato stampa del KOF lunedì.
“Questa revisione è dovuta agli investimenti in attrezzature che dovrebbero diminuire e alle esportazioni. D’altro canto, le prospettive per gli investimenti nell’edilizia sono ulteriormente migliorate”, spiegano gli autori dello studio.
Per quanto riguarda l’inflazione, il consensus KOF prevede un aumento dell’1,1% nel 2024 e un aumento dello 0,6% nel 2025, rispetto rispettivamente all’1,2% e all’1,0%. Per fare un confronto, anche la Banca nazionale svizzera (BNS) lo prevede all’1,1% nel 2024, ma allo 0,3% nel 2025.
“Gli economisti intervistati si aspettano anche quest’anno un tasso di disoccupazione del 2,4%. Nei prossimi anni però le prospettive per il mercato del lavoro svizzero peggioreranno nuovamente», avverte il KOF.
Sul lato del mercato finanziario, il valore medio atteso del tasso di interesse a breve termine (Saron) su un periodo di 12 mesi è pari allo 0,35%, rispetto allo 0,83% di settembre.
“Nei prossimi dodici mesi il franco svizzero dovrebbe apprezzarsi rispetto all’euro, mentre dovrebbe restare stabile rispetto al dollaro americano”, aggiungono gli esperti. “Le previsioni sull’andamento futuro del mercato azionario svizzero sono un po’ più caute rispetto a quelle del sondaggio di settembre.”
L’indagine è stata condotta tra 15 economisti dal 29 novembre all’11 dicembre.