Sfide del pooling KYC/KYB – Parte 5

Sfide del pooling KYC/KYB – Parte 5
Sfide del pooling KYC/KYB – Parte 5
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Patrick Humbert-Verri, di Probus Pleion, spiega perché è fondamentale “passare da una logica di competizione a una logica di collaborazione”.

Riunire le parti interessate per andare avanti insieme

Il principale ostacolo alla messa in comune dei processi KYC/KYB risiede nella collaborazione tra i diversi attori del settore. “Si tratta di convincere tutti a passare da una logica di competizione a una logica di collaborazione”, spiega Patrick Humbert-Verri. In un settore storicamente caratterizzato dalla discrezionalità, questo cambio di mentalità è cruciale. L’obiettivo è dimostrare che gli EAM non sono in competizione, ma che sono partner che devono collaborare per preservare il loro posto in un settore in rapida evoluzione.

Secondo Patrick, la Blockchain Association for Finance (BAF) svolge un ruolo chiave nel creare collegamenti non solo attorno al progetto, ma anche tra i diversi attori del settore. “L’incontro all’interno del BAF ha permesso di creare nuove interazioni, rafforzando l’apertura tra i partecipanti”, sottolinea.

La digitalizzazione come leva per la trasformazione

La seconda sfida per un pooling di successo è la digitalizzazione dei processi. Storicamente, le banche come gli EAM erano riluttanti a condividere informazioni e poco digitali, il che ha rallentato la fluidità degli scambi. Oggi il contesto è diverso: i player si stanno dotando di strumenti tecnologici, adottando blockchain e favorendo lo scambio sicuro di dati. Wecan, in collaborazione con BAF, sta creando una rivoluzione offrendo una piattaforma comune per scambiare informazioni in modo sicuro ed efficiente.

Patrick sottolinea l’importanza del formato associativo della BAF per promuovere questa adozione tecnologica: “Un banchiere che siede nella BAF diventa un ambasciatore della soluzione, capace di rassicurare i suoi colleghi sulla sicurezza e l’efficacia delle nuove pratiche”. L’adesione a queste tecnologie è facilitata da ambasciatori convinti, che fanno della digitalizzazione il catalizzatore di una trasformazione più ampia.

Un’evoluzione verso l’onboarding del cliente digitale al 100%.

Patrick Humbert-Verri vede l’unione di KYC/KYB come il primo passo verso la completa digitalizzazione dell’onboarding dei clienti. Immagina un processo completamente dematerializzato, più efficiente e più rispettoso dell’ambiente. “Oggi un documento di onboarding può rappresentare quasi 200 pagine da completare e firmare, è di altri tempi”, dichiara. Digitalizzando questi processi, otterremmo efficienza, precisione e ridurremo i costi.

Al di là della semplificazione amministrativa, la visione di Patrick si basa sulla portabilità dei dati: un cliente dovrebbe essere in grado di aprire un secondo conto bancario utilizzando le stesse informazioni KYC già convalidate. Inoltre, altri attori, come fondi, revisori o avvocati, dovrebbero essere in grado di accedere a queste stesse informazioni, creando così un ecosistema in cui il cliente mantiene il controllo dei propri dati e decide con chi desidera condividerli.

Ottimizzazione dei costi e migliore gestione del rischio

Per il settore finanziario i vantaggi del pooling sono molteplici. “Si tratta di un elemento essenziale per ottimizzare i processi di conformità, spesso macchinosi e in gran parte cartacei, in particolare per KYC”, spiega Patrick Humbert-Verri. Gli EAM devono gestire un’ampia gamma di clienti e servizi, a volte più di 700 clienti come a Probus Pleion, cosa possibile solo con un sistema informativo efficiente.

Per le banche, il pooling è una risposta al problema della desincronizzazione dei dati KYC tra le istituzioni. “Più dati vengono condivisi, maggiore è l’efficienza e più efficienti sono i servizi per i clienti”, spiega. Un cambiamento nella situazione personale di un cliente, come il pensionamento, deve essere condiviso rapidamente tra le diverse strutture per garantire un’assistenza ottimale.

Verso una maggiore collaborazione all’interno del settore

Patrick conclude invitando gli altri operatori del settore a impegnarsi maggiormente sulla strada del pooling. “Non siamo concorrenti, siamo colleghi”, afferma. Per offrire una profonda personalizzazione dei servizi ai clienti, gli EAM devono disporre di una forte struttura tecnologica. Patrick aggiunge: “L’adozione della tecnologia ci consentirà di diventare artigiani della gestione patrimoniale, offrendo servizi personalizzati all’avanguardia garantendo al tempo stesso operazioni di conformità senza soluzione di continuità”.

Ritiene che il settore della gestione patrimoniale si sia evoluto in modo significativo negli ultimi anni, passando da una logica di segreto bancario a una di trasparenza e collaborazione. Il pooling è il passo successivo, fondamentale per adattarsi ad una clientela più esigente ed economicamente più educata, che pretende servizi efficienti, rapidi e personalizzati.

“Lavoriamo insieme per offrire un futuro più sicuro e più agevole all’intero settore finanziario”, conclude.

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