“Speculare su tali dettagli in questa fase può solo essere fuorviante. UniCredit ha una comprovata esperienza in termini di “investimenti nella sua rete e nelle sue filiali, nonché nella gestione del suo personale”, ha assicurato un portavoce della banca.
UniCredit giovedì ha definito “pura congettura” la stima di 6.000 tagli di posti di lavoro avanzata dal Banco BPM a seguito dell’acquisizione da parte della seconda banca italiana, che lunedì ha lanciato un’offerta pubblica di scambio (OPE).
“Speculare su tali dettagli in questa fase può solo essere fuorviante. UniCredit ha una comprovata esperienza in termini di “investimenti nella sua rete e nelle sue filiali, nonché nella gestione del suo personale”, ha assicurato un portavoce della banca.
Le sinergie di costo stimate da UniCredit, pari a 900 milioni di euro all’anno, “implicherebbero una riduzione dell’organico di oltre 6.000 colleghi”, ha dichiarato mercoledì l’amministratore delegato di BPM Giuseppe Castagna, ritenendo questi risparmi “molto preoccupanti”.
Banco BPM, nato nel 2017 dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, conta 20.000 dipendenti. La rivale UniCredit ha 27.000 dipendenti in Italia, su un totale di quasi 70.000 nel mondo.
Banco BPM, il terzo gruppo bancario italiano, intende rimanere “autonomo” per garantire la propria crescita, ha sottolineato Castagna mercoledì in una lettera indirizzata ai dipendenti.
“Questa è la strada giusta da seguire per crescere da soli e non diventare oggetto di operazioni che non tengono conto del valore espresso dalla nostra banca”, ha sostenuto.
Martedì il consiglio di amministrazione di BPM ha giudicato insufficiente l’offerta pubblica di UniCredit, valutandola 10,1 miliardi di euro, infliggendo così una nuova battuta d’arresto al suo patron Andrea Orcel, già alle prese con forti resistenze in Germania contro una possibile acquisizione di Commerzbank.
Dalla fusione tra UniCredit e Banco BPM, il cui principale azionista è Crédit Agricole con una quota del 9,18%, nascerebbe il primo gruppo bancario in Italia per asset e capitalizzazione, davanti a Intesa SanPaolo.
Il segretario generale del sindacato dei dipendenti del settore bancario (Fabi), Lando Maria Sileoni, ha dichiarato giovedì di essere “molto preoccupato per la perdita di posti di lavoro che potrebbe derivare” dalla fusione tra UniCredit e Banco BPM.
“Le strategie volte a rafforzare la competitività non devono tradursi in un prezzo sociale inaccettabile per i lavoratori, le loro famiglie e le comunità locali”, ha osservato in un comunicato stampa.