Fichi d’india: cocciniglia e siccità fanno lievitare i prezzi

Fichi d’india: cocciniglia e siccità fanno lievitare i prezzi
Fichi d’india: cocciniglia e siccità fanno lievitare i prezzi
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Il mercato marocchino dei fichi d’india sta affrontando un aumento dei prezzi senza precedenti. In un anno, il prezzo unitario è più che raddoppiato, raggiungendo quasi i cinque dirham. Questo aumento si spiega, oltre che con la siccità, anche con la carenza causata dalla cocciniglia, un insetto devastante che ha devastato l’80% delle colture tradizionali.

Il mercato marocchino dei fichi d’india sta attualmente registrando un aumento dei prezzi senza precedenti. In un solo anno, il prezzo unitario di questo frutto emblematico è più che raddoppiato, passando da 2 a quasi 5 dirham.

Questa situazione allarmante è stata rilevata al mercato all’ingrosso dei fichi d’india Bab Ftouh a Fez, dove i grossisti segnalano una situazione critica per il settore. Con quantità molto limitate sul mercato, i prezzi all’ingrosso hanno raggiunto livelli senza precedenti, con una scatola da 30 chili scambiata tra 400 e 700 dirham, a seconda della fonte.

Questo aumento ha ripercussioni dirette sul prezzo unitario, che supera ormai i 4 DH a Fez e più di 7 DH nella città di Casablanca, livelli mai raggiunti prima. Le regioni produttrici più colpite presentano prezzi particolarmente elevati. Se i fichi di Bejaad vengono venduti a 400 dirham a scatola, quelli di Rhamna raggiungono i 600 dirham e quelli di Ait Baamrane i 700 dirham.

La cocciniglia all’origine della penuria
La spiegazione di questo vertiginoso aumento dei prezzi risiede in una piaga che colpisce duramente i raccolti di fico d’india, la cocciniglia. Questo piccolo insetto parassita ha devastato le piantagioni in molte regioni, provocando danni considerevoli.

Secondo le stime dei professionisti del settore, oltre l’80% delle colture tradizionali di fico d’india sono state devastate da questa malattia, provocando una carenza senza precedenti sul mercato nazionale. Di fronte a questa situazione critica, l’offerta sul mercato si riduce notevolmente.

Ancora più preoccupante è che “i fichi più popolari, conosciuti come “Chamalia” in riferimento alla loro origine settentrionale, non saranno disponibili quest’anno a causa della devastazione causata dalla malattia in questa regione”, spiega Ayoub, grossista della sede Bab Ftouh, a Fez.

Questa assenza rischia di privare molti consumatori della loro varietà preferita e potrebbe aumentare ulteriormente la pressione sui prezzi di altri tipi di fichi d’india.

120.000 ettari di cactus resistenti entro il 2030
Per far fronte a questa crisi, il Ministero dell’Agricoltura ha risposto lanciando un ambizioso programma nazionale per piantare cactus resistenti alla cocciniglia. Questo piano d’azione mira a rilanciare il settore introducendo otto nuove varietà resistenti, vale a dire Marjana, Belara, Karama, Ghalia, Angad, Cherratia, Akria e Melk Zhar.

L’obiettivo è raggiungere una superficie di 120.000 ettari entro il 2030. Il programma ha già consentito la piantumazione di 1.450 ettari nel 2021 e 6.000 nel 2022. Nel 2023, il piano prevedeva la consegna di 3,9 milioni di piantine per coprire 14.197 ettari, seguono nel 2024 5,3 milioni di piante su 19.311 ettari.

Inoltre, il ministero prevede di creare nuove piattaforme di cactus in tutto il paese e di sviluppare un’unità di allevamento e produzione di massa per i predatori naturali della cocciniglia. Queste misure offrono speranza di ripresa per il settore e potrebbero, a lungo termine, contribuire a stabilizzare i prezzi e l’offerta di mercato dei fichi d’india.

Mehdi Idrissi / Ispirazioni ECO

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