Inaugurato 2 mesi fa, il Genolier Innovation Hub (GIH) mira a profilarsi come uno dei principali attori dell’innovazione medica in Svizzera. L’investimento è molto consistente, con quasi 100 milioni di franchi provenienti principalmente dal gruppo Aevis Victoria e dai produttori di apparecchiature mediche.
Mercoledì, una prima conferenza organizzata al GIH ha interessato più di 400 persone*: chirurghi, direttori di ospedali o istituti di ricerca e produttori di apparecchiature mediche.
Protagonista della giornata il francese Jacques Marescaux, pioniere della chirurgia a distanza. 23 anni fa, a New York, operò un paziente in Francia controllando un robot.
Jacques Marescaux ha dichiarato a RTS che oggi questa pratica si sta diffondendo. In Cina dallo scorso anno sono già state effettuate migliaia di operazioni a distanza. Anche in Africa, in Ruanda e Angola, stiamo investendo massicciamente nella chirurgia a distanza.
Robot che operano da soli
Daniel Christen, chirurgo digestivo della clinica Bethanien, va ancora oltre. Crede che ora i robot siano in grado di eseguire operazioni da soli. L’ostacolo principale è di natura legale: chi sarebbe la responsabilità in caso di un’operazione andata male?
I partecipanti al simposio hanno inoltre notato che i robot consentono una maggiore precisione, incisioni più piccole e quindi un recupero più rapido per i pazienti.
Anche il mercato dei produttori di robot medici è in forte espansione: 25 anni fa esisteva un solo produttore, rispetto ai quasi 700 di oggi.
Ciò apre nuove strade come la riabilitazione robotica (per la riabilitazione dei pazienti, ad esempio dopo un ictus) o anche la robotica assistiva (robot da compagnia per anziani o persone con disabilità).
Nicola Rossé
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