Dopo il no al prolungamento autostradale, l’Ufficio federale delle strade studia una possibile tassa per i ciclisti.Immagine: Christian Beutler/Keystone
Il dibattito si sta intensificando: i ciclisti potrebbero finanziare le piste ciclabili tramite una tassa.
Sempre più persone abbandonano l’auto per salire in bicicletta. Con questa tendenza in crescita, la nuova legge svizzera sulla bicicletta richiede ora la creazione di una rete capillare. Anche se i costi precisi non sono stati ancora quantificati, è chiaro che questa iniziativa non sarà economica. Le discussioni evocano una “necessità di investimenti significativi”.
Dopo il rifiuto, domenica 24 novembre, del progetto di prolungamento dell’autostrada da parte del popolo svizzero, sorge spontanea una domanda: i ciclisti dovranno mettere più soldi in tasca? Attualmente questi ultimi non contribuiscono direttamente al finanziamento delle piste ciclabili.
Una soluzione urgente per i bilanci sotto pressione
La necessità di trovare una soluzione è urgente, perché i budget stanziati dai Cantoni e dai Comuni per la costruzione delle strade, da cui proviene la maggior parte dei fondi per le piste ciclabili, sono quasi del tutto esauriti. Inoltre, i fondi previsti per le autostrade sono assegnati in modo rigoroso e non possono essere reindirizzati alle infrastrutture ciclistiche.
L’Ufficio federale delle strade (Ofrou) ha lanciato quest’autunno uno studio per esplorare le possibilità di introdurre tasse per i ciclisti. Secondo Cliccaquesto studio mira a sviluppare modelli di finanziamento per le infrastrutture ciclistiche basati sul principio “chi inquina paga”. Tuttavia, un portavoce di Ofrou ha indicato che i termini concreti di tale tassa non sono ancora stati definiti, poiché il progetto è ancora nelle sue fasi iniziali.
I sostenitori della bici non sono contenti
Oggi gli automobilisti contribuiscono in modo significativo al finanziamento delle strade attraverso varie tasse, tra cui la tassa sul carburante, la vignetta autostradale e la tassa sui veicoli a motore. I ciclisti, dal canto loro, partecipano solo indirettamente attraverso le tasse generali.
Matthias Aebischer.Immagine: chiave di volta
Il socialista Matthias Aebischer, presidente della Pro Velo e consigliere nazionale, non approva l’idea di uno studio su una possibile tassa per i ciclisti. “Questo mette solo gli automobilisti contro i ciclisti”, denuncia. Secondo lui i fondi destinati a questa ricerca potrebbero essere utilizzati meglio. Suggerisce, ad esempio, di finanziare uno studio sull’uso del Forta (fondo nazionale per le strade e il traffico) a vantaggio dei modi di trasporto rispettosi del clima. “Sarebbe molto più costruttivo”, ha detto Clicca.
La tassa sui ciclisti ha già degli alleati
Nei Cantoni la questione di una tassa per i ciclisti è sempre più dibattuta. Se proposte simili venissero respinte anche da Lucerna e Basilea Campagna, Zurigo non ha ancora deciso.
Già due anni fa il consigliere nazionale dell’UDC Benjamin Giezendanner aveva chiesto con altri 40 parlamentari che i ciclisti finanziassero gran parte dei costi delle infrastrutture ciclistiche. All’epoca il Consiglio federale si era opposto a questa mozione, invocando l’onere amministrativo che una simile misura comporterebbe. La proposta è stata poi ritirata.
Oggi Giezendanner vuole far rivivere l’idea. “Con la legge sulla bicicletta i ciclisti hanno ottenuto più diritti. È logico che si assumano anche obblighi finanziari”, afferma. (jah/kek/sda)
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