L’italiana UniCredit ancora una volta bloccata nei suoi piani di acquisizione

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La sede della banca italiana UniCredit, nel quartiere Porta Nuova di Milano, nel luglio 2019. MIGUEL MEDINA/AFP

I nuovi sforzi di Andrea Orcel, il capo del colosso bancario italiano UniCredit, verso un ulteriore consolidamento del settore si trovano ad affrontare una nuova ondata di rifiuto. Mentre resta in sospeso il tentativo di acquisizione della banca tedesca Commerzbank, lanciato a fine settembre e denunciato come ostile da Berlino, il gruppo milanese si scontra ora con il Banco BPM. L’operazione lanciata lunedì 25 novembre sul terzo gruppo bancario italiano, un’offerta pubblica di scambio da oltre 10 miliardi di euro, non è considerata dal Banco BPM né riflettente né la sua redditività né il suo potenziale di creazione di valore. Suscitò anche una sincera ostilità da parte del governo italiano.

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“Siamo una grande banca autonoma, una banca italiana che vuole essere vicina alle nostre regioni e alle piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale del nostro Paese”Lo ha dichiarato mercoledì il presidente e amministratore delegato del Banco BPM, Giuseppe Castagna, in una lettera destinata ai suoi dipendenti e citata dall’agenzia Bloomberg. Secondo Castagna, 6.000 dei 20.000 dipendenti del gruppo sarebbero minacciati dalla ristrutturazione che l’offerta di UniCredit comporterebbe. BPM ha valutato anche le condizioni dell’operazione posta in essere dalla rivale “assolutamente insolito”non essendo stato oggetto di un accordo preventivo, e che la fusione farebbe perdere alla banca la sua autonomia giuridica riducendo al contempo la concorrenza sul mercato italiano.

Le turbolenze suscitate dal nuovo tentativo di acquisizione di Andrea Orcel confermano la forte fame di UniCredit nei confronti dei rivali e la volontà del suo manager di andare dritto al punto anche a costo di subire le ripercussioni di un approccio particolarmente aggressivo. Arrivato alla guida di UniCredit nel 2021, Orcel, 61 anni, ha la reputazione di virtuoso negoziatore. Nel suo precedente incarico presso la banca d’investimento Merrill Lynch, ha supervisionato importanti fusioni nel settore finanziario, tra cui, nel 1998, quella che ha dato vita al gruppo che guida oggi e il cui valore azionario è aumentato del 390% dal suo arrivo.

Una “banca straniera”

A fine settembre, l’acquisizione a sorpresa del 9% di Commerzbank da parte di UniCredit, poi l’annuncio di un aumento al 21% del capitale, è stata salutata come l’operazione più spettacolare conosciuta dalla finanza europea dopo la crisi finanziaria del 2008 anche la fusione con UniCredit rientrava nella logica di consolidamento del settore su scala continentale auspicata dagli ex presidenti del Consiglio Mario Draghi ed Enrico Letta, autori per conto della Commissione europea, relazioni rispettivamente sulla competitività e sul mercato unico. Se la manovra ha ricevuto il sostegno della Banca Centrale Europea, ha suscitato una chiara ostilità da parte del governo tedesco. Da allora l’operazione è rimasta ferma.

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