Pubblicato il 01.07.2024
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State tranquilli, non voglio entrare nelle polemiche che alimentano stampa e social network. Non voglio “mangiare Levrat o Cirillo”. Preferisco scendere in campo, passeggiare in campagna e sugli altipiani francesi, dove La Poste deve far fronte anche al calo dei volumi di posta, dei servizi finanziari e delle visite agli uffici postali.
Ultimamente la stampa estera ha dedicato articoli a quella che viene chiamata, non senza ammirazione, “la nostra postazione fuoristrada”. Si parla degli uffici postali viaggianti, l’imponente “camion giallo” che si posiziona nel parcheggio del municipio di un villaggio dell’Orne. Si tratta di questa postina sessantenne che la mattina è allo sportello del suo paese e che il pomeriggio fa il suo giro. Per lei si tratta di consegnare lettere e pacchi a persone che vivono fuori dal villaggio. Si tratta generalmente di coppie di anziani che vivono soli in casa e hanno grandi difficoltà a muoversi.
Per questo impiegato delle poste, la chiusura dell’ufficio postale con come corollario il disinteresse per queste persone, sarebbe una catastrofe. E per questo signor Wahl, ex banchiere, amministratore delegato della sede di La Poste a Parigi, “finché ci saranno milioni di francesi che vivranno in fondo ai villaggi, avremo bisogno di questi impiegati postali tuttoterreno che, oltre alla posta e ai pacchi, a volte portano ancora il pasto a casa”. Eccezionale, direbbe Adolf Ogi, il nostro ex consigliere federale. Avrebbe davvero ragione.