(Washington) La Borsa di New York ha chiuso in rialzo martedì, poco scossa dagli annunci di Donald Trump che ha promesso di introdurre aumenti dei dazi doganali contro Messico, Cina e Canada, il Dow Jones e l’S&P 500 hanno addirittura registrato nuovi record di chiusura.
Pubblicato alle 10:00
Aggiornato alle 17:06
Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,28%, mentre l’indice NASDAQ ha guadagnato lo 0,63% e il più ampio indice S&P 500 ha guadagnato lo 0,57%.
Inizialmente preso alla sprovvista, il mercato americano ha poi digerito con calma gli annunci del presidente eletto Donald Trump volti a imporre dazi doganali del 25% sui prodotti importati negli Stati Uniti dal Canada e dal Messico, nonché ad aggiungere tasse doganali del 10% per le merci provenienti dalla Cina .
Ha giustificato questa decisione con la necessità di spingere questi tre paesi a fare di più per combattere i flussi di droga dal loro territorio verso gli Stati Uniti.
“In teoria, l’aumento delle tariffe non dovrebbe essere una buona notizia per le azioni, ma […] il mercato ha scelto di considerarla una tattica di negoziazione”, ha osservato all’AFP Steve Sosnick di Interactive Brokers.
“L’atmosfera è generalmente positiva”, ha aggiunto, anche se non ha necessariamente notato “acquisti aggressivi” da parte degli investitori.
“I guadagni di alcune large cap hanno sostenuto l’S&P 500 e il NASDAQ Composite”, ha indicato in una nota anche Patrick O’Hare di Briefing.com.
I “Magnifici Sette”, soprannome dato ai big del settore tecnologico, sono finiti quasi tutti in verde, come Alphabet (+0,70%), Amazon (+3,18%), Nvidia (+0,66%) o addirittura Apple ( +0,94%).
“Se questi titoli salgono, di solito è sufficiente per sollevare il mercato”, ha osservato Sosnick.
Gli annunci di Trump relativi ai dazi doganali hanno però pesato sul settore automobilistico americano, con in testa General Motors (-9,03%).
“Gran parte delle loro auto sono assemblate in Messico e Canada, o contengono parti provenienti da Messico, Canada e Cina”, ha ricordato Sosnick.
“Quindi non è una buona cosa per loro se la loro catena di approvvigionamento è influenzata dalle tariffe”, ha aggiunto.
Dal punto di vista degli indicatori, gli investitori hanno monitorato soprattutto la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti, che ha registrato un ulteriore aumento a novembre, soprattutto grazie all’ottimismo degli americani riguardo al mercato del lavoro.
Negli Stati Uniti, invece, nel mese di ottobre le vendite di nuove abitazioni sono fortemente diminuite, deludendo largamente le aspettative del mercato che prevedeva un calo molto meno marcato.
Wall Street ha anche tenuto d’occhio il rapporto (verbali) della banca centrale americana (Fed), pubblicato martedì, in cui tutti i funzionari dell’istituto finanziario ritengono che la riduzione dei tassi dovrebbe essere effettuata “gradualmente”.
Sul mercato obbligazionario, il rendimento dei titoli di stato americani a 10 anni è salito al 4,29% rispetto al 4,27% della chiusura del giorno prima.
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