[Documentaire] “Tax Wars”: la guerra fiscale globale

[Documentaire] “Tax Wars”: la guerra fiscale globale
[Documentaire] “Tax Wars”: la guerra fiscale globale
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Quando ero ministro dell’Economia, ho scoperto fino a che punto le termiti stavano corrodendo la base imponibile, ricorda Wayne Swan, politico australiano e membro dell’ICRICT (Commissione indipendente per la riforma della tassazione internazionale delle imprese). Dal 2015, questa istituzione indipendente riunisce un battaglione di ricercatori, alti funzionari pubblici internazionali, magistrati, membri di ONG ed ex ministri, con l’obiettivo di guidare il dibattito globale sulla tassazione dei profitti multinazionali, concentrando le discussioni sull’interesse pubblico globale .

Il documentario Guerre fiscali – in onda attualmente su Arte – racconta la storia di questa mobilitazione e i risultati ottenuti fino ad oggi: l’accordo di 138 paesi (nel 2021) per una tassazione unitaria e un’imposta minima globale. Nell’Unione Europea, a tutte le aziende deve essere applicata un’aliquota minima del 15%, indipendentemente dal paese in cui dichiarano i loro profitti a partire da quest’anno. Un’aliquota fiscale bassa, ma è un primo passo. I paesi interessati si aspettano che da questa tassazione provengano entrate da distribuire per un totale di circa 150 miliardi di dollari.

Ottimizzazione ed evasione fiscale: il drammatico deficit per le economie nazionali

Finora, a causa dei vari accordi che le multinazionali possono legalmente attuare per beneficiare dell’aliquota fiscale più bassa (ottimizzazione fiscale internazionale), gli Stati, su scala planetaria, soffrono di un deficit di circa 600 miliardi di dollari. Jepp Koford, eurodeputato danese, ha stimato nel 2019 tale evasione fiscale costo all’Unione Europea circa 1.000 miliardi di euro all’anno, in concreto un deficit in termini di entrate fiscali.

La prima sequenza del documentario è girata in Francia, presso la Alstom – ora General Electric – a Belfort. Ripensa alla vendita di questo fiore all’occhiello industriale alla multinazionale, alla scomparsa degli utili (e quindi della partecipazione pagata ai dipendenti), evacuati in Svizzera dove l’imposta sulle società è più bassa, e perfino alla “fuga” dei brevetti, anche adesso depositato fuori dal paese, l’azienda deve quindi pagare royalties per l’utilizzo delle proprie invenzioni.

Conseguenze dirette sui servizi pubblici

E l’impatto di questa corsa al minor offerente fiscale non grava solo sulla retribuzione dei lavoratori. In quarant’anni, i paesi dell’OCSE hanno praticamente dimezzato la loro aliquota fiscale sulle società (da una media del 45% al ​​23%). E mentre, secondo il Fondo monetario internazionale, gli stati hanno speso circa 11.000 miliardi di dollari per far fronte alla pandemia di Covid 19, allo stesso tempo, le multinazionali hanno continuato a raccogliere profitti, in particolare nei paradisi fiscali, senza mai essere richieste/vincolate dai governi sostegno alle comunità nazionali. Tuttavia, riassume Alex Cobham, economista e direttore esecutivo di Rete di giustizia fiscale, Risparmiare sui profitti in un paradiso fiscale ha conseguenze dirette in termini di mortalità infantile e sulla nostra capacità di rispondere alle epidemie.

L’evasione fiscale può quindi avere conseguenze dolorose, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati. Quando i servizi pubblici sono solo per i poveri, sono servizi pubblici scadentisintetizza Daniele Bertossa, segretario generale di Public Services International (Federazione internazionale dell’Unione dei servizi pubblici).

Ripercorrendo brevemente la storia della tassazione globale, il documentario ricorda che gli Stati Uniti (che prima dell’avvento di Ronald Reagan assumevano un’aliquota fiscale individuale massima – sull’ultima fascia di reddito tassato/aliquota marginale – fino all’81% per i redditi più alti) ), ha adottato un sistema fiscale unitario: alle imprese deve essere applicata ovunque un’aliquota del 21%. Se uno stato americano decide un tasso più basso, lo stato federale riscuote la quota corrispondente alla differenza di importo risultante dal calcolo secondo i due tassi.

Uno stile scenico discreto Guerre stellari (in soli cinque capitoli) aggiunge poco all’argomento ma cerca di dare un po’ di leggerezza al film. Speriamo che il prossimo episodio della saga documenti la realizzazione di un sistema globale grazie al quale saranno vincitori anche i Paesi del Sud. Una coalizione è già al lavoro per garantire che il dibattito si svolga a livello delle Nazioni Unite.

Guerre fiscalidiretto da Hege Dehli e Xavier Harel, da vedere su Arte.tv fino al 4 luglio.

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