La famiglia Guzzo, proprietaria del Cinémas Guzzo, valuterà nei prossimi giorni il destino riservato alle loro attività e il rischio concreto che venga nominato d’urgenza un curatore fallimentare che ne prenda il controllo.
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“Sto mettendo la questione sotto consulenza e posso assicurarvi che sono sensibile alla situazione attuale”, ha dichiarato mercoledì il giudice Michel A. Pinsonnault della Corte Superiore dopo aver ascoltato le memorie delle due principali parti coinvolte.
“Farò del mio meglio per esprimere una sentenza il più rapidamente possibile”, ha continuato. E [c’est] maiuscolo [lorsque j’affirme] il più rapidamente possibile.”
In tempi più felici, nel 2019, quando Vincenzo Guzzo, attuale presidente del Gruppo Guzzo, fu candidato a diventare leader del Partito conservatore del Canada.
TOMA ICZKOVITS/AGENCE QMI
Mercoledì la corte era nel suo secondo giorno di udienze a seguito di una mozione presentata la settimana scorsa al tribunale di Saint-Jérôme dalla Canadian Imperial Bank of Commerce (CIBC).
La CIBC ha perso la pazienza
L’istituto finanziario di Toronto, che stima in 38,6 milioni di dollari il deficit del Gruppo Guzzo, chiede alla Corte Superiore del Quebec di intervenire urgentemente ordinando la nomina di un curatore provvisorio, ai sensi del Bankruptcy and Insolvency Act (BIA).
L’avvocato del Gruppo Guzzo, Eric Lalanne, ha sostenuto nella sua difesa che non c’era “pericolo in casa” e che nulla faceva pensare ad un “pericolo imminente” se i titoli della banca (gli attivi) all’interno del gruppo “scompaiono o subiscono perdite significative”.
«Oui [Vincenzo] Guzzo potrebbe essere un cavaliere. Sì, Guzzo può essere difficile nei suoi rapporti”, ha convenuto il suo avvocato. Ma nulla giustificherebbe, continuava, che la Corte accolga in questo momento una simile richiesta.
Rischio di smantellamento
Nel caso in cui il giudice dovesse comunque accogliere la richiesta della CIBC, Dominic Deslandes, di Raymond Chabot, avrebbe poteri sufficienti per accedere a tutti i dati finanziari dell’azienda e assumere il controllo delle attività dell’azienda e, se necessario, procedere ai licenziamenti .
Questi poteri gli sarebbero stati concessi per un periodo iniziale di trenta giorni, o fino al possesso della proprietà da parte di un curatore fallimentare o curatore fallimentare, ai sensi della BIA o del Creditors Arrangement Act (LACC). Potrebbe poi seguire la vendita dei beni o lo smantellamento della società.
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