(Agenzia Ecofin) – Nonostante i maggiori sforzi, l’accesso all’energia rimane una delle principali sfide nel mondo, in particolare nell’Africa sub-sahariana dove quasi 600 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità.
Quattro compagnie petrolifere multinazionali, ovvero TotalEnergies, BP, Shell ed Equinor, si sono impegnate a investire collettivamente 500 milioni di dollari per sostenere l’accesso all’energia nell’Africa sub-sahariana e in alcune parti dell’Asia.
Secondo le informazioni pubblicate venerdì 15 novembre nell’ambito della COP 29, l’iniziativa continua a raggiungere l’Obiettivo di sviluppo sostenibile n. 7 delle Nazioni Unite, che prevede l’accesso universale a risorse economiche, affidabili e sostenibili entro il 2030.
Per realizzare questa ambizione, i fondi promessi saranno dedicati a varie soluzioni, tra cui sistemi solari domestici, mini-reti, tecnologie di cottura pulite e sistemi avanzati di stoccaggio e gestione dell’energia.
“Lo speriamo investendo congiuntamente [dans ces solutions, Ndlr]saremo in grado di contribuire a sforzi più ampi per affrontare la vera sfida dell’accesso all’energia”ha dichiarato Murray Auchincloss, il capo della compagnia petrolifera britannica BP.
Un investimento ancora lontano dalle aspettative
Questi fondi promessi dalle compagnie petrolifere rimangono insignificanti rispetto alle esigenze di finanziamento energetico dei paesi in via di sviluppo, compresi quelli con sede in Africa. L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), ad esempio, prevede 1.000 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 e oltre 1.300 miliardi di dollari entro il 2035 per soddisfare in modo sostenibile il fabbisogno energetico dei Paesi in via di sviluppo.
Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo dell’Africa, dove i progressi nell’accesso all’energia rimangono finora lenti nonostante gli sforzi, rispetto ai loro omologhi in Asia, l’IEA ha suggerito “raddoppiare i nostri sforzi nelle zone rurali, dove oggi vivono tre quarti delle persone che non hanno accesso a metodi di cottura più puliti”.
Allo stesso tempo, l’istituzione stima che entro il 2030 saranno necessari circa 4,5 trilioni di dollari di investimenti all’anno per sperare di limitare il riscaldamento globale a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali.
Abdel-Latif Boureima
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