La sterlina crolla prima della riunione della Banca d’Inghilterra

La sterlina crolla prima della riunione della Banca d’Inghilterra
La sterlina crolla prima della riunione della Banca d’Inghilterra
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Intorno alle 11:35, la valuta britannica ha perso lo 0,13% contro il biglietto verde, a 1,2670 dollari, e lo 0,23% contro la moneta unica, a 84,56 pence per euro.

La sterlina si è leggermente indebolita lunedì, con gli indicatori economici che indicano la possibilità di un taglio dei tassi giovedì dopo la riunione di politica monetaria della Banca d’Inghilterra (BoE), o in quella successiva di agosto.

Intorno alle 11:35, la valuta britannica ha perso lo 0,13% contro il biglietto verde, a 1,2670 dollari, e lo 0,23% contro la moneta unica, a 84,56 pence per euro. Gli analisti si aspettano che giovedì la Banca d’Inghilterra mantenga i tassi invariati.

In realtà ci sono solo scarse “possibilità di un taglio dei tassi questo giovedì, il che è normale in vista delle elezioni legislative” nel Regno Unito, ricorda Kathleen Brooks, analista di XTB. Dal loro annuncio e fino alla riunione del 4 luglio, i discorsi dei membri della BoE sono stati cancellati.

Tuttavia, “i segnali di diminuzione delle pressioni inflazionistiche potrebbero aprire la strada ad una prima azione in agosto” da parte della Banca d’Inghilterra per abbassare i tassi, osserva Henry Cook, analista della MUFG. I dati sull’inflazione di maggio nel Regno Unito saranno resi noti mercoledì, il giorno prima della decisione della banca centrale britannica sul tasso di riferimento.

Ad aprile, l’inflazione britannica aveva subito un forte rallentamento, scendendo al 2,3% su base annua. L’obiettivo del tasso del 2% della BoE potrebbe essere raggiunto a maggio, osserva Kathleen Brooks, “il che significherebbe che l’inflazione britannica è inferiore ai livelli europei e americani, almeno per il momento”. (La seconda stima dell’inflazione di maggio nella zona euro sarà pubblicata martedì.)

Il consenso degli analisti compilato dall’agenzia Bloomberg stima l’inflazione al 2% su base annua a maggio nel Regno Unito. Anche se l’inflazione nel settore dei servizi resta forte, altri indicatori recenti “continuano a segnalare un ulteriore indebolimento del mercato del lavoro e delle pressioni sui prezzi”, favorendo una futura riduzione dei tassi, aggiunge Henry Cook della MUFG.

L’analista cita in particolare un’indagine mensile del Royal Institute of Chartered Surveyors (RICS) sul mercato immobiliare pubblicata la scorsa settimana, che segnalava un leggero calo delle richieste di nuovi acquirenti insieme ad una contrazione delle vendite concluse a maggio nel Regno Unito. Anche nel mese di giugno i prezzi sul mercato immobiliare sono rimasti stagnanti, secondo i dati diffusi lunedì dalla piattaforma immobiliare Rightmove.

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